MILLY CARLUCCI
Lunga vita al ballo!
Dodici grandi protagonisti, la gara, la musica dal vivo della band di Paolo Belli, tutto rigorosamente in diretta. Da sabato 28 settembre in prima serata su Rai 1 il grande show delle emozioni
Milly, siamo a 19. Che edizione sarà?
Di leggerezza e divertimento. Mi sembra ci siano le premesse, il cast ha elementi di novità, a partire dai sei nuovi maestri. Prendere maestri nuovi significa cambiare un po’ anche la prospettiva di ballo, e noi viviamo di ballo. Credo che sarà un’edizione di grande rinnovamento.
Cosa significa fare un programma che vive nella contemporaneità?
Significa che con i tuoi personaggi non vivi solo di ricordo del passato, di grande gloria, di rispetto per quello che hanno creato nel corso della loro bellissima carriera, ma devi immergerti nell’oggi, nelle tematiche contemporanee. Quest’anno lo facciamo attraverso due personaggi giovanissimi, che sono Tommaso Marini e Anna Lou Castoldi, che sia per la loro età che per il loro aspetto rappresentano la contemporaneità.
C’è una raccomandazione che non manca mai di fare al suo cast?
Ogni anno la storia è differente perché sono diversi i personaggi. Di base più loro sono sinceri, autentici, capaci di ascoltarsi, di lasciarsi andare, e più tutto viene fuori bene. Naturalmente si devono allenare, ma anche in questo raccomando attenzione perché non vogliamo “romperli” precocemente. Certo, l’entusiasmo è meraviglioso, ma ci vuole cautela.
Cosa porta i suoi concorrenti a lasciarsi andare, a raccontarsi, a dire cose che hanno sempre taciuto?
Il fatto di raccontarsi non è nemmeno obbligatorio, un personaggio può fare tutta l’edizione senza parlare di sé, pensando solamente a fare una buona performance atletica. Ma sappiamo al tempo stesso che ballare ti mette in contatto con il tuo io più profondo, e che difficilmente riesci a fare bene se non racconti anche le tue emozioni, la tua vita. Noi facciamo puntate in cui chiediamo ai protagonisti di raccontare in coreografia un momento importante della propria vita, che non deve essere per forza un momento segreto, e questo serve a metterli in contatto con il pubblico. Le cose che succedono ai nostri personaggi non sono di un mondo alieno, ma della vita normale, che possono essere accadute a ognuno di noi.
Su quali elementi si basa nel costruire le coppie?
Intanto una coppia di ballo deve essere giusta per età e per aspetto, per estetica. Deve avere elementi armonici da guardare. Poi ci sono elementi di affinità caratteriale: se una persona ha un atteggiamento molto competitivo, allora va messa insieme a un maestro molto competitivo, se ha un atteggiamento artistico, va messa con un maestro che possa capire questa sua voglia di esprimersi. I componenti di una coppia passano talmente tanto tempo insieme che non possono essersi antipatici a pelle. Questo lo dobbiamo evitare.
Qual è la sfida più grande vinta in queste 19 stagioni?
Di essere arrivati alla diciannovesima edizione. Chi poteva dirlo? Non solo è una grande sfida, ma una scommessa su cui nessuno può mettere le mani sul fuoco. Ci lavori, ci speri, ma poi chissà cosa succederà. Invece è capitato.
La sua è una carriera importante, qual è il momento che porta con sé con più affetto?
Sicuramente la partenza, che è sempre una sfida. Chi può dire che qualcuno ti vedrà e ti sceglierà? E poi, la cosa con la quale partirai funzionerà davvero? Ti farà notare nel grande clamore di voci e di tante persone che ci provano? Ho avuto la fortuna di partire con Renzo Arbore (“L’altra domenica”) e di continuare con dei grandi protagonisti. Erano una televisione e un mondo completamente diversi. Oggi è molto più difficile per i ragazzi perché apparentemente le occasioni di visibilità sono enormi, pensiamo ai social, ma non è detto che questa massa di persone che fanno qualcosa venga notata, non è detto che poi ci sia una carriera e che questa duri nel tempo. È più difficile di quando abbiamo cominciato noi che oggi facciamo le prime serate.
Tanto successo, ma c’è un sogno che deve ancora realizzare?
Tantissimi sogni e tantissimi progetti nel cassetto. Siamo in marcia, sempre…
Tra i politici, chi le piacerebbe mettere in pista?
Mi piacerebbe tantissimo Michelle Obama, che non è una politica ma è moglie di un grandissimo presidente degli Stati Uniti d’America. Credo che con le sue vivacità, curiosità e intelligenza, sarebbe una strepitosa ballerina per una notte.
Qual è l’augurio che si sente di fare a se stessa e a “Ballando” alla vigilia del debutto?
Dico lunga vita al ballo! Speriamo che continui a interessare il pubblico, una speranza non impossibile visto che ballare è una delle cose più istintive dell’uomo. A partire da quello primitivo che si agitava intorno al fuoco al ritmo di un legno sbattuto contro un altro legno. Dalle caverne a oggi siamo ancora qui che balliamo.
Il fuoco che accendete il sabato sera su Rai 1…
È il nostro fuocherello (sorride).