MICHELE GUARDI’
Mi faccio da 30 anni i fatti vostri
La popolare trasmissione del mezzogiorno di Rai 2 festeggia il trentennale. Il RadiocorriereTv incontra l’ideatore e regista che sul futuro della televisione afferma: “La Tv generalista è ancora quel palcoscenico che si apre nelle case delle famiglie che continuano ad avere bisogno di compagnia”
Come le venne in mente di creare “I fatti vostri” e perché scelse questo nome?
Quando ero bambino la mia fissazione era la televisione, a dodici anni disegnavo su un quadernetto a quadretti, con la copertina nera, i programmi che avrei voluto fare. Un giorno vidi una trasmissione nella quale un signore, per dieci minuti, raccontava la storia della sua vita e la cosa mi piacque moltissimo. Erano gli anni delle Kessler, di Mike Bongiorno, dei grandi varietà, ma mi affascinò anche quel signore che raccontava, così su quel quadernetto appuntai l’idea di fare un programma televisivo che raccontasse storie di gente comune. Tanti anni dopo, quando già facevo televisione e avevo realizzato dei varietà e “Uno Mattina”, il direttore di Rai2 Giampaolo Sodano mi disse che bisognava fare un programma a mezzogiorno. Pensai che a quell’ora avrei voluto portare in Tv ciò che succedeva nella piazza del mio paese.
Casteltermini, nella sua Sicilia…
In quella piazza si parlava dei fatti del giorno. Io, quando facevo l’avvocato e uscivo dalla pretura, raccontavo le cause che c’erano state. Davanti al bar c’era un juke-box che suonava le ultime canzoni arrivate e, sempre in piazza, qualche avventore raccontava cosa gli era successo durante la giornata. Pensai di ambientare il programma nella piazza del mio paese, con le chiese e i bar del mio paese, e di fare parlare la gente dei fatti loro. Dissi al direttore che avrei voluto chiamarlo “I fatti vostri”, poi cambiai idea e pensai al nome “La piazzetta”. Sodano mi disse che il primo titolo sarebbe durato quindici anni, che sarebbe entrato nella storia. Si è sbagliato, perché siamo al trentesimo anno (sorride). Io che ho memoria, in un’azienda che spesso perde memoria, sono grato a Sodano di avermi dato quello spazio che oggi festeggia un compleanno tanto importante.
Quale Italia ha raccontato, negli anni, con “I Fatti vostri”?
Ho tentato di raccontare l’Italia bella e positiva, però quello che succede ogni giorno non sempre crea la felicità di esistere. Ricordo quando nel gennaio del 1991 scoppiò la Guerra del Golfo, evento che praticamente cambiò il modo di fare la televisione, di raccontare la quotidianità. Il programma era nato in una certa maniera, ma quando i telegiornali trasmisero quelle immagini verdi, con i bagliori dei bombardamenti su Baghdad, svegliai Giovanna Flora, autrice storica con me del programma e Rory Zamponi, e dissi loro che avremmo dovuto riorganizzare la trasmissione del giorno dopo. Pensai che fosse successo qualcosa che stava cambiando il mondo. Da lì il programma si aprì anche ai grandi eventi. Se prima erano “fatti vostri” le piccole vicende quotidiane, diventarono “fatti vostri”, e lo sono tutt’ora, anche i grandi fatti che hanno cambiato la vita dell’uomo.