Maurizio Degiovanni
A Napoli il cuore della mia scrittura
“La parola è fondamentale, il cardine dell’essere umano, ce l’abbiamo solo noi” afferma lo scrittore partenopeo, tra le “Beautiful minds” raccontate da RaiPlay, che aggiunge: “Non esiste una regola, sono le storie che vengono da te e non lo scrittore che le va a cercare. Un’idea è ingovernabile, devi solo essere attento a non farla andare via”
Come ci si sente a far parte delle “Beautiful Minds”?
Non sapevo di avere una beautiful mind (ride), ma sono molto contento di essere abusivamente inserito in questo novero. È stata un’intervista non convenzionale, con domande ricercate e originali.
Qual è stata la domanda che l’ha colpita di più?
Quelle sull’origine e il processo formativo dell’idea, e non solo sugli effetti della scrittura. È un approccio interessante, che accade raramente. Di solito, a un autore, si chiede dei personaggi, dei romanzi e poco interessa cosa abbia portato all’idea di un racconto.
Si ricorda quando ha capito di essere diventato uno scrittore?
Ho cominciato a scrivere molto tardi, avevo quarantotto anni. È stato tutto molto casuale, di certo non posso dire che coltivavo questo sogno fin da ragazzo, anche se è sempre stata una attività presente nella mia vita. Lavoravo in banca e non avevo idea di quello che sarebbe successo nella mia vita. Sono sempre stato un lettore e questa è una cosa alla quale non potrei rinunciare. Scrivere, inventare e raccontare storie, essere apprezzati per questo dalla gente è una bellissima soddisfazione, una sensazione molto gratificante. Ho capito che poteva essere il mio mestiere solo quando, da piacevole passatempo ben pagato, è diventata una cosa grossa, qualcosa di importante che dovevo seguire. A essere sinceri, ancora oggi, faccio fatica a considerare un mestiere qualcosa che viene molto naturale e non costa fatica.
È il privilegio di fare un lavoro che si ama…
La bellezza di impegnarsi in un lavoro creativo, anche se in Italia si fa fatica a credere che la creatività abbia un valore. Ancora oggi quando mi presento come scrittore, la domanda successiva è “e di lavoro cosa fa”?
Viviamo in una società bombardata da immagini, qual è invece il valore della parola?
La parola è fondamentale, il cardine dell’essere umano, ce l’abbiamo solo noi. “Le parole sono pietre” diceva Carlo Levi, ed è assolutamente vero. Con le pietre si costruisce, si colpisce, la parola è lo strumento più importante nelle nostre mani, può ledere, ma anche costruire cattedrali, cose bellissime. Tutto si muove attorno alla parola, non c’è niente al di fuori di essa.