Maurizio Costanzo

La nostra cara TV

Le parole e i ricordi di Maurizio Costanzo e Umberto Broccoli, le immagini delle teche della Rai, le pagine storiche del Radiocorriere per raccontare settant’anni di storia italiana. “Gli archivi sono una miniera e una salvezza – afferma Costanzo – conservano anche tanti programmi che feci come autore, per me sono un ritorno al passato e al tempo stesso un elisir di lunga vita”. “Grazie alla televisione, a programmi come ‘Lascia o raddoppia?’ ci fu la corsa a parlare tutti quanti la stessa lingua” dice Broccoli, che auspica un ritorno alla Tv d’autore: “Non è sinonimo di noia, ma di televisione scritta, pensata, vale per il varietà come per l’inchiesta”. “Rai, storie di un’italiana” è in onda il sabato alle 14 su Rai2

Che cosa rappresenta per lei la televisione?

Una seconda patria. Ho cominciato come giornalista sulla carta stampata, ho fatto molta radio e poi sono arrivato alla televisione. È una conseguenza delle cose che ho fatto prima, è sicuramente un pezzo del mio cuore.

Insieme a Umberto Broccoli dà vita a un programma che ripercorre la nostra storia recente…

È l’incrocio tra la storia e i programmi televisivi, quanto la televisione ha raccontato l’Italia. Sono sicuro che in questo periodo di gente bloccata a casa, specialmente le persone non più giovanissime abbiano ritrovato nella compagnia della televisione la maniera per trascorrere tante giornate. Sostengo che con questa pandemia molti italiani abbiano sfondato i divani.

“Rai, storia di un’italiana” è un punto d’incontro tra intrattenimento e Servizio Pubblico…

Si racconta quello che accadeva in Italia e lo si rivive attraverso la televisione. Il Servizio Pubblico… sì certo, però non credo che ci sia una televisione pubblica e una privata. Credo che ci sia chi la televisione la fa bene e chi la fa male.

Nei suoi tanti programmi ha incontrato e intervistato migliaia di persone, c’è un incontro che rimane indelebile nella sua memoria?

Forse la prima volta che intervistai Giulio Andreotti a “Bontà loro”, la prima di una serie di volte, e poi alcuni anonimi, storie private di persone anonime, quelle sono rimaste più a lungo dentro. L’intervista memorabile è quella che ancora devi fare.

La televisione ha unito l’Italia, per i suoi tempi fu rivoluzionaria…

La televisione ha dato lentamente una lingua agli italiani. Prima del suo avvento un contadino calabrese e un contadino veneto che si fossero incontrati in treno non si sarebbero capiti. Nel tempo, con la rete, il linguaggio è poi diventato globale.

Continua a leggere sul RadiocorriereTV N. 20 a pag.20