Matteo Martari

Detective senza licenza, ma con un cuore puro

«Abbiamo deciso di raccontare solo alcuni aspetti, cercando però di preservare l’animo del protagonista di Carlotto. Questa è stata la nostra sfida» racconta l’attore veneto al RadiocorriereTv a proposito de “L’Alligatore”, strepitoso personaggio letterario, dal 25 novembre in prima serata su Rai2

Marco Buratti, prima si ritrovarsi ingiustamente in carcere per sette anni, era un cantante blues, il frontman della band “The Old Red Alligators”. Quando esce di prigione il suo unico obiettivo è riprendersi la vita e, in un mondo direi quasi poetico, rendere giustizia laddove lui non l’aveva avuta. È un uomo con una grande morale.

Da cosa siete partiti per mettere in scena questa storia?

Quando mi hanno chiamato per propormi questo personaggio – al netto di quanto ci ho messo a metabolizzare la richiesta (ride) – mi sono fiondato in libreria a comprare tutti i romanzi di Massimo Carlotto, anche quelli che non c’entravano niente con la serie. Quando sono arrivate le sceneggiature, ho studiato prima da solo, e successivamente con Daniele (Vicari, il regista) e il cast, facendo una profonda analisi del testo. A un certo punto è stato messo a nostra disposizione anche un teatro dove, per otto ore al giorno, tutti i giorni, abbiamo provato i personaggi. È stato un approccio davvero meticoloso.

La vita di Buratti sembra sempre in bilico tra luce e abissi…

Sette anni in carcere sono veramente un periodo lunghissimo nella vita di una persona, ma Marco Buratti li affronta con orgoglio. È finito dietro le sbarre per sua scelta e accetta la situazione senza buttare via il suo tempo. Io me lo sono immaginato come un uomo di una certa levatura, avvolto da una sorta di romanticismo rispetto ai tipi che incontra in galera, che ne subiscono il fascino e si fidano di lui. Appena tornato libero, Buratti approfitta, ovviamente, del suo carisma, sfruttando al massimo questa particolare rete di conoscenze, molto al limite della legalità, per realizzare i suoi piani: la ricerca della verità e ristabilire la giustizia. Si trasforma in un detective senza licenza, un percorso che affronta con immensa dignità e morale, rispettando le scelte altrui, anche quando non le condivide.

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