Matteo Paolillo

Sangue Nero

E’ Edoardo Conte in “Mare Fuori” ed è anche autore della colonna sonora della serie, prodotta e distribuita da RAICOM. “Con la mia canzone – dice – vorrei far riflettere sul tema della violenza”

© Sabrina Cirillo

Nella seconda stagione di “Mare Fuori” ogni detenuto è chiamato ad un rapporto con la propria famiglia e dovrà compiere una scelta. Cosa possiamo dire di Edoardo?

La moglie partorisce ed Edoardo viene chiamato al dovere di padre. Questo influisce su tutte le scelte e le dinamiche del carcere. Ma mi viene da pensare anche al rapporto con la madre, che è felice di diventare nonna e che pensa che Edoardo si dedicherà alla famiglia. Troverà in lui però le stesse caratteristiche di suo padre, che l’ha abbandonata e che l’ha lasciata sola.

Come cambierà invece in questa seconda stagione il personaggio di Edoardo Conte?

Sicuramente rispetto alla prima stagione in cui è sempre stato lontano dalle dinamiche aggressive, con la morte di Ciro, cambierà molto. Siccome ha perso un amico ed è molto arrabbiato, inizierà strategie in nome dell’onore criminale che lo legava all’amico. Edoardo diventa molto più scomodo. Vedremo delle cose che non abbiamo visto, sfumature più aggressive e violente.

L’adolescenza, la giovinezza, sono un periodo della vita bellissimo, ma anche tormentato, delicato da raccontare. Come ci riuscite?

Sicuramente molti di noi sono adolescenti, mentre noi più grandi ce la ricordiamo bene. In quel periodo della vita si fanno scelte senza capire quanto incideranno sul futuro. I ragazzi della serie hanno quasi la sensazione di non poter scegliere. Sono personaggi che si trovano a fare scelte sbagliate perché non hanno alternativa. Il compito della generazione che viene prima è quello di proporre alternative. E l’arte è molto importante per questo. L’arte può avvicinare a cose totalmente diverse.

Lei è autore di “Sangue Nero”. Com’è nata questa canzone?

La sceneggiatrice mi ha contattato e mi ha chiesto di scrivere una canzone per la seconda stagione. Il titolo lo ha scelto lei e da lì ho composto questa canzone che parla della violenza nel carcere. C’è chi riesce a gestire la rabbia e chi no. Mi sono appunto concentrato sulla gestione di certi sentimenti. E’ un tentativo di far riflettere sul tema della violenza.

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