Matteo Oscar Giuggioli
Recito per sentirmi libero
Gli inizi a teatro, il cinema e poi tanta Tv per costruire esperienza. Il RadiocorriereTv incontra il giovane attore milanese, protagonista con Accorsi di “Vostro Onore” su Rai1: «È stata una grande prova. Stefano è stato molto generoso con me, mi ha levigato mantenendo integro il mio modo di lavorare e di essere»
Così giovane e così tanta esperienza. Com’è andata in “Vostro Onore”?
È stata una grande prova, forse il personaggio che ho scavato più a fondo. Impegnativo perché andava a toccare delle corde molto basse che mi hanno portato a lavorare su livelli emotivi molto delicati.
Cosa è rimasto in lei di Matteo Pagani?
Non è un personaggio che alza mai la voce, non è fuoco, piuttosto acqua, mite, ferma in superficie, ma che nel profondo è attraversata da grandi scossoni, non sempre facili da controllare.
Ha mai pensato “se questa esperienza umana fosse capitata a me”?
Quando si parla di vita e di morte non ci sono più scelte giuste, ma solo quelle per la sopravvivenza. Davanti al commissariato padre e figlio ci arrivano con l’intento di fare la scelta “giusta”, costituirsi, ma quando Vittorio comprende che la vita di suo figlio è in pericolo, fa un passo indietro. In gioco c’è qualcosa di più grande per cui sei disposto a fare qualsiasi cosa.
Il suo personaggio è chiamato a prove dure nella vita, come si pone lei davanti agli ostacoli della vita?
Vanno affrontati, ci devi un po’ parlare. Se hai paura di viaggiare, devi prendere un aereo, se hai paura di uscire devi prendere le scale e andare. Una volta un amico mi ha detto che si cresce quando in vacanza, in un Paese straniero, ti si rompe una ciabatta e non potendola ricomprare riesci comunque ad aggiustarla con un filo interdentale. Solo affrontando un problema puoi provare a superarlo.
Una produzione visivamente molto bella, un cast di altissimo livello. Qual è stato lo scambio professionale con Stefano Accorsi?
Stefano è stato molto generoso con me, mi ha levigato mantenendo integro il mio modo di lavorare e di essere. Quando sei un attore così grande e affermato, aiutare un collega giovane a essere credibile è certamente un punto di arrivo importante. Non vedo l’ora di arrivare anch’io a questo livello, di avere un’esperienza tale da permettermi di dare dei consigli a qualcuno. Non è scontato fare quello che ha fatto Stefano, avrebbe potuto pensare “non devo insegnare niente a nessuno, mica siamo a scuola”. Lui invece è un uomo molto dolce.