Matilda De Angelis

Come Mariele amo i bambini e la musica

Matilda, come si è avvicinata al personaggio di Mariele?
Il film voleva raccontare l’energia di Mariele Ventre, il mondo del Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, lo “Zecchino d’Oro”. Su di lei ho fatto un lavoro molto fisico, avvicinandomi a quelle movenze che sono nell’immaginario di tutti. Il suo modo di dirigere il coro, di insegnare la musica, quei movimenti molto nervosi delle mani e al tempo stesso la grande dolcezza nello sguardo e l’autorevolezza del comportamento. Era un esempio di rispetto della vita di tutti, a partire dall’infanzia. “I ragazzi dello Zecchino d’Oro” è una favola, come tutte le fiction, abbiamo cercato di restituire umanità senza scimmiottare il personaggio. L’avvicinamento alla sua figura è avvenuto tramite i racconti dei bambini che facevano parte del coro dell’Antoniano o di quelli che hanno partecipato allo “Zecchino d’Oro”, primo tra tutti Ambrogio Lo Giudice (regista del filmtv, ndr).
Tutto ha avuto inizio negli anni Sessanta, quale idea si è fatta dell’Antoniano di Bologna in quel periodo?
L’Antoniano è da sempre uno spazio in cui si promuovono l’integrazione, la comunità, il volontariato. I bambini venivano educati al rispetto degli altri, a fornire dei servizi sociali, organizzavano mense per i poveri. Sono stati anni molto positivi, era un periodo di grande cambiamento. Mariele nel suo piccolo è stata anche una donna molto rivoluzionaria, capace di muoversi all’interno di un ambiente ecclesiastico essenzialmente maschile e di ricoprire un ruolo di grande importanza. Una donna che si è liberata di molti schemi che facevano parte del mondo femminile. Non ha avuto figli per scelta, per dedicare comunque tutta la sua vita agli altri, ai bambini.

Continua a leggere sul RadiocorriereTv n. 43 da pg. 22