Matilda de Angelis

Mi emoziona la verità

Occhi puntati su di lei, l’attrice più promettente del cinema italiano, molto richiesta anche all’estero e che ora, proprio come il suo film d’esordio a soli diciotto anni, corre più veloce del vento. «Da grande ammiratrice e appassionata di Leonardo da Vinci è stato un orgoglio interpretare la sua migliore amica. Spero sia un altro importante tassello del mio percorso professionale», racconta a proposito della serie evento “Leonardo”, in prima visiona assoluta dal 23 marzo su Rai1

©Angelo-Turetta

Come nel suo film d’esordio, anche la sua carriera sta andando “Veloce come il vento”… 

È vero, tutto sta correndo molto velocemente, ma io mi sento ancora all’inizio della mia carriera, e penso sia un bene. Sono molto sincera nel dire che inizio solo ora a capire come funzionano davvero le cose. “Leonardo” è stata una sfida importante, perché per la prima volta ho avuto la possibilità di lavorare in maniera conscia e molto intensa con l’inglese. Da grande ammiratrice e appassionata di Leonardo da Vinci è stato un orgoglio interpretare la sua migliore amica. Spero sia un altro importante tassello del mio percorso professionale. 

Ancora ventenne Leonardo ha dovuto fare i conti con il proprio genio, la propria arte. Cosa pensa lei del talento e come lo coltiva? 

Il talento può essere un fardello, c’è anche chi ne ha troppo e non sa cosa farne. Se hai la fortuna di nascere con una particolare predisposizione, questo dono deve essere instradato nel verso giusto, un talento fine a se stesso non è niente, non funziona e rischia di perdersi nel nulla. È necessario trovare una strada perché questo possa trasformarsi in qualcosa di speciale e di unico.  

Come ha instradato il suo dono? 

Il primo passo è la consapevolezza. Quando a un certo punto ti rendi conto di avere in mano qualcosa, di armeggiare qualcosa di relativamente importante, è poi fondamentale avere al proprio fianco persone di cui fidarsi. In questo sono stata molto fortunata, posso contare anche su una famiglia molto presente, che mi ricorda quali sono i valori fondamentali.  Ho sviluppato poi un mio gusto personale che mi spinge a fare delle scelte artistiche di un certo tipo, a rifiutare alcuni progetti e a seguirne altri. Ci sono state volte in cui è stato proprio lampante che la mia scelta dovesse andare in una certa direzione e, se è vero che ho accanto delle persone che mi aiutano e mi consigliano, tutto alla fine deve venire da dentro. Ecco perché è fondamentale studiare, non essere solo in balia degli eventi, piuttosto sviluppare una consapevolezza, coltivare un senso estetico e critico. 

L’attore come un artigiano plasma la propria materia artistica per un pubblico, che valore ha per lei questo mestiere? 

È una responsabilità, me lo ricorda lo zio di Spiderman “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” (sorride). Il compito più arduo di un artista è spesso quello di maneggiare la realtà, perché alla fine l’arte è sempre uno specchio della società in cui viviamo, si deve essere precisi nel restituire una o più sfaccettature di questa. La realtà non è oggettivabile, piuttosto una proiezione del nostro mondo interiore, il difficile è proprio riuscire a estrapolare un concetto universale, fruibile per tutti, che a uno sguardo sia chiaro, sia ovvio e soprattutto emozionante.  

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