Mario Acampa
Accendiamo il motore della curiosità
Una laurea in giurisprudenza, una brillante carriera da attore e da regista, la passione per la divulgazione e la scrittura. Il conduttore de “La Banda dei Fuoriclasse”, dal lunedì al venerdì alle 9.15 su Rai Gulp, programma realizzato da Rai Ragazzi in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, si racconta al RadiocorriereTv: “A scuola non ero un super nerd, ma ho sempre studiato per capire come funziona il mondo, chi siamo, da dove veniamo”
Si definisce il capobanda de “La Banda dei Fuoriclasse”, come sta andando?
In questo periodo è necessario che i ragazzi sentano la presenza del gruppo che di solito hanno la possibilità di avere quando sono a scuola. Con il nostro appuntamento ricreiamo l’idea di comunità, di classe e ci diamo la missione di scardinare la cassaforte della conoscenza per imparare ogni volta qualche cosa di diverso, in modo speciale. Speciale perché siamo in televisione e possiamo comunicare attraverso le immagini e anche perché possiamo fare affidamento su insegnanti che sono a casa e che si possono collegare con noi attraverso la tecnologia. Il riscontro immediato è molto forte, soprattutto da parte dei piccoli fruitori che sono a casa e che hanno l’occasione di risentirsi di nuovo tra i banchi di scuola.
Cosa ha pensato quando le è stato proposto di ricoprire questo ruolo?
Per il mio percorso artistico, abbastanza vario, mi definisco un “divulgattore”. Ho sempre cercato di proporre gli argomenti stimolando la curiosità, con il buon umore, il sorriso, pur senza buttare tutto in caciara. Quando mi hanno proposto di fare un programma di servizio, di fare scuola in Tv, mi sono sentito giusto. Insieme all’entusiasmo di fare quello in cui ho sempre creduto, c’è un forte senso di responsabilità. I bambini e i ragazzi sono a casa, sono spaventati perché stanno succedendo cose che forse non hanno ancora ben capito, possiamo solo immaginare quello che provano in questa situazione d’emergenza. Loro devono fare lezione, noi dobbiamo creare il senso di scuola. Nella prima ora, alle 9.15, al mio fianco c’è un maestro, nelle due ore successive ci sono dei professori.
Lei è il filo conduttore tra tanti momenti e nozioni diversi, come si fa a tenere alta l’attenzione di ragazzi e bambini?
Cerco sempre di mantenere attivo il motore della curiosità: con i percorsi studiati per i bambini della scuola primaria, con le mappe concettuali per i ragazzi delle scuole medie. La mappa concettuale è anche un’indicazione ministeriale che aiuta a stimolare in maniera multidisciplinare la connessione di eventi, argomenti e concetti che sono in materie diverse. Se parlo ad esempio di rap, posso collegarlo con tutte le materie, dalla musica alla matematica, dalla storia dell’arte alla geografia. Provo ogni volta a creare una sfida… per conoscere e imparare servono la curiosità e la spinta che consente di superare le difficoltà.