Maria Cuffaro
Un paese tutto da raccontare
Dal 4 ottobre, dal lunedì al venerdì, alla guida de “L’Italia con voi”, trasmissione quotidiana di Rai Italia, per e con gli italiani che vivono e lavorano all’estero. «Vogliamo parlare della cultura italiana viva – dice la conduttrice – un viaggio quotidiano tra approfondimento e leggerezza». Al pianoforte il maestro Stefano Palatresi, ambasciatore della nostra musica nel mondo
“L’Italia con voi” ricomincia per essere sempre più un punto di riferimento per gli italiani all’estero…
Gli italiani all’estero di prima, seconda, e terza generazione, quelli che hanno come riferimento la nostra cultura, sono 40 milioni di persone, sono tanti ed è bello poterli coinvolgere. Votano, prendono parte alla vita politica del Paese, però devono essere coinvolti anche culturalmente, devono avere programmi con cui dialogare e dai quali essere rappresentati. Sono molto contenta ed emozionata per questa nuova avventura.
Che tipo di rapporto vorresti creare con questo pubblico “mondiale”?
Parliamo di un pubblico molto vasto e differente. Chi vive in Sudafrica ha probabilmente esigenze e problemi completamente diversi da chi vive in Brasile, oppure a New York, in Canada o in Australia. Ci sarà interazione anche attraverso i social che ci consentiranno di avere un feedback fluido. Ci collegheremo anche con gli italiani nel mondo, aprendo finestre sulle nostre comunità all’estero. Dai social mi aspetto di conoscere il pensiero dei nostri telespettatori, i loro commenti, le loro richieste.
Cosa porterai nel programma della tua esperienza di giornalista al Tg3, di inviata, di cronista…
Ho fatto l’inviata e la cronista per tanti anni e a “L’Italia con voi” porterò soprattutto la mia curiosità. Credo, al tempo stesso, che la forza di ogni programma sia nel gruppo di lavoro, nel confronto con compagni di viaggio come il maestro Stefano Palatresi, con gli autori. Mescoleremo il linguaggio della musica, della leggerezza, a quello dell’approfondimento.
Cosa chiedono al loro Paese d’origine gli italiani all’estero, anche attraverso il vostro programma?
Vogliono conoscere l’Italia, anche entrando dentro a quelle che sono le nostre contraddizioni, chiedono di avere voce. Hanno grande curiosità e vogliono sentirsi rappresentati. Credo che la Rai sia il luogo adatto per tutto questo. E poi facciamo servizio pubblico nel senso più classico del termine, fornendo dati e informazioni utili per chi mantiene un contatto anche con l’Italia.