Mare fuori mi ha cambiato la vita

ARTEM

«Io e Pino? Come gemelli siamesi. Ma lui ha avuto maestri sbagliati». L’attore parla del suo personaggio e del successo ottenuto nella serie di Rai 2

Come ha vissuto il ritorno a “Mare Fuori”?

Con grande entusiasmo e spensieratezza, sapendo che “Mare Fuori” avrebbe “spaccato” (sorride). I risultati delle prime due stagioni facevano prevedere un buon successo della terza.

Come questa esperienza ha cambiato la sua vita?

L’ha cambiata in modo positivo. Lavorare significa imparare, confrontarsi con gli altri. Significa formarsi da un punto di vista artistico, personale e spirituale. La vita è magnifica e bisogna crescere, avendo sempre gratitudine nei confronti di ciò che ci viene dato, delle possibilità che ci vengono offerte. Sono grato a Dio, ai produttori, alle persone con cui collaboro.

Pensi ad Artem prima di “Mare fuori”, che ragazzo ricorda?

Un ragazzo che aveva fame, che voleva lottare in qualsiasi modo pur di raggiungere il suo sogno.

Com’è cambiato nel tempo il rapporto con Pino, il suo personaggio?

Oggi lo vedo molto più maturo, più a suo agio nell’amore, nelle amicizie. Pino è più sereno, e questo mi fa piacere, da un certo punto di vista stiamo crescendo insieme. Certo, lui non ha avuto una guida, non ha saputo convogliare nel modo giusto le proprie energie e si è fatto trascinare dal contesto in cui è vissuto, ha avuto maestri sbagliati.

Si dice che un attore non debba mai giudicare il proprio personaggio, ma che debba viverlo e basta. Lei a Pino è arrivato a volere bene?

Lo adoro. Ormai fa parte di me e io faccio parte di lui. Siamo due gemelli siamesi.

Che cos’è Napoli per lei?

La mia casa, il mio tempio, è il luogo in cui sono diventato uomo. Vorrei che ci fossero meno pregiudizi nei suoi confronti e al tempo stesso che potesse offrire maggiori opportunità. Napoli ha grandi potenzialità ed è anche una città ricca di talenti.

Quando nasce la sua passione per la recitazione?

Dopo l’uscita della prima stagione di “Mare Fuori”, lì è accaduto qualcosa, un boom interiore che mi ha fatto capire che la strada era quella giusta. Tutto è nato per caso, per gioco, per speranza. Lavoravo in un autolavaggio e cercavo di mettere da parte i soldi per realizzare quello che era il mio sogno all’epoca, diventare pugile, campione del mondo. Oggi sono contento e grato per avere scoperto la recitazione.

Pronto a mettersi alla prova anche con altri personaggi?

Quando metti disciplina e amore in ciò che fai, tutta la tua anima, puoi interpretare personaggi diversi. L’attore è come il musicista, che con sette note può creare tantissime composizioni. Bisogna credere nella propria evoluzione, nelle proprie capacità.

Cosa la rende felice?

La vita.

Cosa si dice in famiglia di questa sua affermazione?

Gli occhi di mia madre parlano da soli, vederla orgogliosa di me è la felicità più grande. Sono sempre stato concentrato sui miei obiettivi, sono felice che arrivino i frutti.

Come vede il suo futuro?

Non temo il futuro perché sto costruendo bene il mio presente. Non ho paura nemmeno di smettere di lavorare, di un eventuale declino, di cadere, anche perché vengo già dal basso. Al tempo stesso guardo la vita con ottimismo.

Nel cassetto dei sogni?

C’è l’Oscar. Per dimostrare che anche se vieni dal basso, ma hai la testa sulle spalle e tanta volontà, puoi arrivare al riconoscimento più grande.

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