Mameli
Il ragazzo che sognò l’Italia
Due anni di passioni, amori, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri e dibattiti politici, amicizie, tradimenti e spie, ma soprattutto di crescita umana, elaborazione di ferite profonde e interrogativi non solo politici ma esistenziali. È la storia di Goffredo Mameli, il giovane eroe e poeta del Risorgimento che regalò al popolo italiano l’Inno Nazionale. La serie evento in due serate in programma su Rai 1 e RaiPlay lunedì 12 e martedì 13 febbraio
Una storia poco conosciuta quanto straordinaria: la vita di Goffredo Mameli, poeta ed eroe del Risorgimento, autore del “Canto degli italiani” che, il 12 ottobre del 1946, divenne l’Inno nazionale della Repubblica Italiana. La miniserie evento racconterà al grande pubblico la vita di un giovane del 1847, Mameli, la prima rockstar della storia, che con le sue parole ha raccontato un’intera generazione influenzandone le scelte. Una vita breve, ma bruciante, un esempio capace di smuovere gli animi del popolo. Con lui partono da Genova, la sua città, trecento volontari verso Milano in supporto delle cinque giornate del ’48, sempre con lui salparono altri cinquecento patrioti per difendere Roma nel ‘49. Goffredo Mameli ha saputo animare lo spirito di tantissimi giovani che ne riconoscevano l’ardore puro di chi sa amare fino in fondo, come testimoniano le due storie d’amore che incorniciano la sua vita pubblica. La prima tragica di un amore distrutto da un matrimonio di convenienza imposto, la seconda felice, come può essere quella di chi combatte al fronte e, sapendo di poter morire da un momento all’altro, giura amore eterno. In mezzo c’è di tutto: dalla composizione dell’Inno alla grande manifestazione dell’Oregina, quando per la prima volta fu cantato l’Inno da più di trentamila patrioti, l’incontro e l’amicizia con un altro grande genovese, Nino Bixio, gli eventi storici, la prima Guerra d’Indipendenza e la Repubblica Romana dove Goffredo è il pupillo di Giuseppe Garibaldi e di Giuseppe Mazzini. “Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia” racconta due anni di passioni, amori, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri e dibattiti politici, amicizie, tradimenti e spie, ma soprattutto di crescita umana, elaborazione di ferite profonde e interrogativi non solo politici ma esistenziali.
I PERSONAGGI
Goffredo Mameli
Riccardo De Rinaldis Santorelli
Spirito poetico e animo romantico, è un giovane studente che proviene da una famiglia altoborghese. Come i suoi genitori, nutre un profondo amore per la libertà, la giustizia e la politica. L’incontro con Nino Bixio è la miccia che porta Goffredo a concentrare il suo ardore romantico sulla politica e a entrare nel cuore vivo della rivoluzione (Prima Guerra d’Indipendenza), a cui dedicherà ogni sua energia fino alla prematura ed eroica morte. Leader per natura, Goffredo affronta la lotta per l’unità nazionale con audacia e passione, con talento e lealtà. Anche a costo di entrare in conflitto con le sue certezze o con la famiglia.
NINO BIXIO
Amedeo Gullà
Ribelle per vocazione, reietto denunciato dai suoi stessi genitori, Nino cerca di nascondere il suo malessere con un’ironia talvolta sopra le righe. È diretto, testardo, ma incredibilmente generoso. Già a 24 anni abbraccia la Società Segreta Entelema, un gruppo di giovanissimi liberali che sognano un’Italia unita, liberata dagli austriaci e dai regimi conservatori. Diventa amico fraterno di Goffredo Mameli, partecipa alla Prima fallimentare Guerra d’Indipendenza e tenta di difendere la neonata Repubblica Romana dall’attacco delle potenze conservatrici. Anime affini, guerrieri senza riposo uniti dalla convinzione che “l’Italia si fa oppure si muore”, Nino e Goffredo, pur nella diversità dei loro caratteri e della loro visione del mondo, sono l’uno l’àncora di salvezza dell’altro.
GIORGIO MAMELI
Neri Marcorè
Contrammiraglio della marina sarda, sposato per amore con Adelaide, Giorgio simpatizza per le idee mazziniane e forse per questo la sua carriera non è stata facile. Al figlio Goffredo non fa mancare nulla, sebbene le sue maniere militari a volte lo facciano sembrare distante o comunque meno affettuoso rispetto a sua moglie. Un nucleo familiare moderno e pieno d’amore in cui cresce Goffredo, tuttavia, la preoccupazione di perdere quel figlio prezioso lo blocca, lo porta a cercare in tutti i modi di fargli capire che forse il mondo non è ancora pronto per gli ideali gli ha insegnato.
ADELAIDE ZOAGLI MAMELI
Isabella Briganti
Nobildonna di origine sarda e amica d’infanzia di Giuseppe Mazzini, Adelaide è la madre di Goffredo. A lei si deve il merito di aver cresciuto il figlio in un ambiente moderno e colto, amorevole e aperto: l’atmosfera di un matrimonio d’amore, estremamente raro e atipico per l’epoca. Adelaide ama circondarsi di intellettuali e nobili con cui discutere di politica, dando vita a un vero e proprio salotto in casa Mameli. Donna di gran cuore, madre premurosa e moderna al tempo stesso, Adelaide è un vero e proprio mentore per il figlio e per sostenerlo non esiterà ad entrare in conflitto con il marito.
CARLIN REPETTO
Giovanni Crozza Signoris
Popolano rivoluzionario, figlio non riconosciuto del generale Modane, Carlin lavora come camallo al porto di Genova. Per la povera madre, cacciata di casa quando è rimasta incinta, farebbe di tutto. E infatti accetta di collaborare con Modane e i suoi sodali ultraconservatori. Carlin diventa così il traditore del gruppo, il doppiogiochista, la spia infiltrata che passa le informazioni sulle mosse dell’Entelema al nemico. Con Goffredo e gli altri mostra un entusiasmo smisurato nei confronti della causa rivoluzionaria, con il padre e gli altri cospiratori reazionari ha invece un fare ponderato, servile e strategico, mostrando di avere una lucida consapevolezza della sua posizione e dei suoi obiettivi. Carlin è in realtà un ragazzo dall’animo buono, che se nella vita avesse davvero avuto scelta, avrebbe abbracciato la causa rivoluzionaria con tutto sé stesso.
GERONIMA FERRETTI
Barbara Venturato
Educata presso il miglior collegio delle Orsoline, la Marchesina Geronima Ferretti non è – come Goffredo inizialmente crede – una ragazza ordinaria dalle idee reazionario-bigotte: Geronima è aperta al nuovo, è colta, ha letto Balzac, sostiene che il suffragio andrebbe esteso anche alle donne e soprattutto dà valore alla forza delle idee. Forse è la combinazione di questi elementi o l’aspetto elegante e puro che si unisce alla sua intelligenza e alla bellezza che fa perdere la testa a Goffredo. In breve tempo tra i due nasce un amore forte, ricco, giovane e appassionato. E infatti, i due giovani amanti decidono di sposarsi. Ma il destino di Geronima è infausto e a nulla varranno le sue preghiere quando la madre e il suo tutore, il severo gesuita Padre Sinaldi, decideranno per lei in altro modo.
MARCHESA LUISA FERRETTI
Lucia Mascino
Nobile, vedova e madre di un’unica figlia femmina, la Marchesa Ferretti è vittima del suo tempo. Un tempo in cui le decisioni vengono prese dagli uomini, in cui le donne si devono affidare all’altro sesso sperando nel miglior futuro possibile. La Marchesa si affida a Padre Sinaldi, tutore della giovane Geronima, per decidere quale possa essere il futuro migliore della ragazza. Padre Sinaldi è irremovibile: il matrimonio con Goffredo sarebbe dannoso, addirittura periglioso. Ed è quindi senza cattiveria che la Marchesa si lascia convincere a dare in sposa la figlia a un altro uomo, sebbene molto più anziano di lei
PADRE SINALDI
Luca Ward
Prelato gesuita, è il tutore di Geronima Ferretti. È lui, d’accordo con la madre di Geronima, a combinare il matrimonio non accettato dalla ragazza. È un uomo carismatico e mellifluo, uno stratega. Prova un’avversione radicale nei confronti dei mazziniani e in generale di chi ha in animo di sovvertire il mondo della Restaurazione. Sinaldi, infatti, fa parte di una società segreta formata da potenti e militari controrivoluzionari provenienti da tutta Europa, che rappresentano gli antagonisti dei giovani dell’Entelema. In ogni modo, animato da uno spirito di conservazione in contrasto con chiunque voglia sovvertire il presente per un nuovo futuro, proverà ad ostacolare Goffredo, ponendosi come il suo primo autentico oppositore.
ADELE BAROFFIO
Chiara Celotto
Moglie del benestante Cavalier Baroffio, Adele è giunta a Roma per seguire gli impegni del marito, che tuttavia ai primi sentori di rivolta ha lasciato Roma. La donna rimane però volontariamente in città, prendendo parte attiva nel supporto della causa repubblicana. Donna forte e indipendente, si muove con facilità nell’Officina metallurgica in cui l’armata di Garibaldi deposita le proprie armi e difende con ardore il suffragio universale quando con Armellini e Saffi si discute degli articoli della costituente. La sua energia e il suo carattere conquistano Goffredo al primo sguardo, sebbene Adele impieghi un po’ di tempo prima di cedere all’amore di questo giovane genovese. Una donna moderna e coraggiosa che prova a dare voce al suo sesso in un’epoca in cui non era ancora possibile. Il loro sarà un amore travolgente, vissuto fino in fondo.
I RAGAZZI DELL’ENTELEMA
Riccardo Maria Manera, Gianluca Zaccaria, Riccardo De Rinaldis Santorelli, Amedeo Gullà, Giovanni Crozza Signoris, Domenico Pinelli, Marco Gualco
L’Entelema è una libera associazione patriottica di stanza genovese, che raccoglie perlopiù studenti e intellettuali dalle idee di ispirazione mazziniana. Fondata nel 1846 da Gerolamo Boccardo (Domenico Pinelli) e presieduta da Stefano Castagnola (Riccardo Maria Manera) è una fucina di dibattito politico e fermento rivoluzionario. L’Entelema organizza manifestazioni, rimostranze, letture universitarie ed è in contatto con le associazioni mazziniane di tutt’Italia. Nino introduce Goffredo ai suoi compagni della Società, il quale ne diventa, suo malgrado, immediatamente leader. Stefano ne è estasiato e insieme a Nino si lancia in progetti di manifestazioni anche di fronte ai divieti regi. Giacomo Parodi (Marco Gualco), anche lui da poco nel gruppo, è affascinato dal carisma di Goffredo e lo segue in tutte le avventure, pur con tragico esito. Boccardo invece è il timoroso del gruppo, il borghese che ha paura di prendere davvero in mano un fucile, ma che poi alla fine lo fa. Goffredo trascina con sé nell’Entelema anche l’amico di sempre Francesco Castiglione (Gianluca Zaccaria), anch’egli altoborghese, un ragazzo solare, leale ed estremamente combattivo. Tutti loro diventano un’unica grande famiglia, un gruppo coeso e inarrestabile di ragazzi che per l’Ideale dimostrano di essere davvero “pronti alla morte”. In loro vibra la stessa intensità che in ogni epoca si è incarnata nei giovani pronti a tutto pur di cambiare le cose e far evolvere la società.
LA STORIA
Primo episodio
Genova, 1847. Goffredo Mameli è un giovane diciannovenne quando a una festa da ballo conosce la Marchesina Geronima Ferretti. È un colpo di fulmine. Presto, infatti, i due scoprono di avere gli stessi sogni e ideali. E tuttavia la madre di Geronima, dalle idee ben diverse da quelle della figlia e manipolata dal gesuita Padre Sinaldi, ostacola l’unione tra i due. E così, il giovane Mameli all’inizio della nostra storia si trova ad affrontare la perdita dell’amata e dell’amore. Ma poi, inaspettato, arriva l’incontro con Nino Bixio, che introduce Goffredo nel gruppo dei giovanissimi rivoluzionari genovesi della società segreta “Entelema”. Insieme iniziano a organizzare manifestazioni e Goffredo, con il suo carisma e talento poetico, ne diventa involontariamente leader.
Secondo episodio
Grazie all’entusiasmo travolgente dei suoi nuovi amici dell’Entelema, Goffredo finalmente riesce a riprendere in mano la penna, componendo l’Inno che lo consacrerà alla Storia e che sarà l’anima stessa della grande manifestazione dell’Oregina, dove l’Inno sarà intonato da oltre trentamila persone, sulle note composte dal torinese Michele Novaro. Alla notizia dell’insurrezione di Milano contro gli Austriaci (marzo 1848), Goffredo e i suoi compagni decidono di passare all’azione concreta: partono per la Lombardia, imbracciando per la prima volta le armi e sperimentando in prima persona il conflitto bellico.
Terzo episodio
La Prima Guerra d’Indipendenza, con l’Armistizio di Salasco, è risultata una sconfitta. Goffredo e i suoi amici tornano dalla Lombardia delusi e cambiati per sempre dall’incontro con la morte. Nino però non perde l’entusiasmo e la fame di rivoluzione e cerca di coinvolgere Goffredo in una nuova spedizione. Ma Goffredo è tormentato dall’esperienza vissuta e turbato anche dall’incontro con Giuseppe Mazzini, che vorrebbe coinvolgerlo nel Circolo Italiano. Tra Nino e Goffredo sembra esserci per la prima volta una rottura, ma l’ennesima repressione del Governo genovese in cui perde la vita Francesco, carissimo amico di Goffredo, gli fa ritrovare la direzione verso cui rivolgere le proprie energie. E così, insieme ai suoi compagni, si imbarca con Garibaldi verso Roma: il Papa è fuggito e finalmente il potere è tornato al popolo.
Quarto episodio
Inizia l’avventura della Repubblica Romana, dove Goffredo è tra gli autori della Costituzione. All’Officina metallurgica conosce Adele Baroffio, la prima donna che riesce finalmente a sciogliere il ghiaccio nel suo cuore dopo la tragica perdita di Geronima. Insieme discutono di politica e lavorano agli articoli, e la passione non tarda a sbocciare. Poi lo sbarco dei francesi interrompe l’idillio della neonata Repubblica: è guerra. Goffredo è come sempre in prima linea, con l’inseparabile Nino, ed è tra le braccia di Adele che, nel luglio del 1849, muore nell’ospedale militare a causa di una ferita subita in battaglia, senza sapere di aver lasciato un’orma indelebile nella Storia dell’Italia per cui ha lottato.
“Raccontare questa storia agli italiani di tutte le generazioni è stata una “missione” emozionante e piena di significato ed orgoglio. Dopo questa esperienza, ascoltare l’Inno Nazionale Italiano per noi non è più la stessa cosa, e vorremmo che fosse così per tutti quelli che incontreranno questa serie”
«Un’idea semplice: raccontare attraverso la breve vita di Goffredo Mameli, gli anni fantastici tra il 1847 e il 1849, quegli anni che servirono (nonostante il loro sostanziale fallimento) da laboratorio politico, creativo, sociale, a preparare l’unità d’Italia, che avvenne dodici anni dopo, nel 1861. E siccome Goffredo e i suoi amici Nino Bixio, Gerolamo Boccardo, Stefano Castagnola sono ragazzi, tra i diciotto e i ventidue anni, abbiamo deciso di raccontarli come tali. Come sarebbero oggi, dimenticandoci l’iconografia classica degli eroi del Risorgimento, facendoli scendere dai piedistalli, dalle targhe delle vie, dai nomi delle scuole, per raccontarli vivi, pieni di dubbi, di energia, di voglia di vivere, come lo sono i loro coetanei odierni. Come i ragazzi di oggi, hanno rapporti burrascosi tra loro, si oppongono al potere ufficiale, si oppongono all’autorità costituita. E cercano una loro via, fatta di parole e canzoni, di “scherzi” e “flashmob”, di iniziative provocatorie e interventi sul campo. Gli adulti attorno, la famiglia di Goffredo, vivono con speranza di cambiamento e apprensione per il proprio figlio le gesta, e il successo che ad un certo momento lo coglie. Infine, poiché come tutti i giovani di quell’età anche Goffredo ha bisogno di amore, di innamorarsi, di sognare, di fremere per una donna e di sognare un legame per sempre, non poteva mancare nel nostro racconto la sua anima romantica. Con Goffredo non abbiamo messo in scena un personaggio compiuto: abbiamo deciso di raccontare un giovane in divenire. Lo abbiamo immaginato non come un “poeta”, che è un abito difficile da indossare, ma come un giovane che scrive rime, come potrebbe essere un suo contemporaneo che si diverte a sperimentare con le parole. Un giovane borghese, quasi nobile, appassionato di parole, che grazie all’incontro con anime a lui affini, Nino Bixio in primis, si trova naturalmente ad unire le sue due passioni: le parole e la politica. Fino a dare vita, grazie alla musica di Michele Novaro, al Canto degli Italiani, oggi nostro Inno nazionale. Un Canto che riassume in sé tutti i motivi per cui è necessario ribellarsi, sollevarsi, e unirsi. Oltre alla celeberrima prima strofa (quella dell’elmo di Scipio), Goffredo ne scrive altre quattro piene di speranza e di ragione (“da sempre noi siamo calpesti e derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi”), semplici, per essere capite da tutti. E così il Canto degli Italiani, prima ancora di diventare Inno d’Italia, diventa un successo popolare: viaggia da Nord a Sud, unisce lingue e dialetti, infiamma i cuori, e spinge all’azione un paese, che ancora Paese non era: diventa “virale” – come si direbbe oggi- rapidissimamente, con un passaparola, un testo ricopiato su un foglietto, precedendo, e poi sopravvivendo, alla figura umana di Goffredo Mameli. Il successo di Goffredo, il suo essere “rockstar” quasi senza volerlo, i suoi versi che viaggiano più veloci di lui, che si spargono di bocca in bocca, sono il contrappunto essenziale al suo carattere ardente, sempre alla ricerca del gesto, dell’azione, dell’amore. Goffredo si trova ad essere simbolo, icona da imitare già in vita, eroe suo malgrado. Questa serie è prima di ogni cosa una storia di ragazzi, una “via Pàl” genovese, rapida, piena di vita e di energia, per la quale abbiamo scelto un’immagine inedita del Risorgimento. Studiando i quadri dell’epoca abbiamo scoperto il gusto del colore, anche eccessivo, abbiamo scoperto che i giovani (osservando i primissimi dagherrotipi che iniziavano a catturare i volti delle persone con un’“istantanea”) avevano i capelli lunghi, gli orecchini. Abbiamo scoperto che il Risorgimento non è forzatamente rigido, scuro, e soprattutto… noioso. Abbiamo lavorato quindi sempre molto vicini ai ragazzi, con la macchina a mano, per ascoltare le loro voci, quasi non fossero quelle di personaggi storici, ma di qualcuno le cui idee sono senza tempo. Abbiamo privilegiato scenografie vere, sfruttando il sempre incredibile patrimonio italiano. In particolar modo abbiamo avuto accesso a zone e palazzi di Genova incredibili, perfette scenografie naturali per raccontare la passione di Goffredo e dei suoi. Abbiamo cercato di dimenticare l’importanza storica a posteriori dei nostri protagonisti, per concentrarci sul loro divenire. Proprio come un gruppo di ragazzi contemporanei, le cui voci si fondono, le cui passioni si influenzano l’una con l’altra, il gruppo di Goffredo si ritrova catapultato in una realtà sempre più grande, si ritrova a sfiorare un sogno (quello dell’Italia libera e repubblicana) in una corsa a tutta velocità, dove amore, passione politica, voglia di vivere, ma anche paura, guerra e inevitabilmente sofferenza, convivono, si mischiano, trovano nuova linfa. Così i “grandi” che incontrano, da Mazzini a Garibaldi, da Armellini e Saffi e Ciceruacchio, sono i loro idoli, ma sono umani anch’essi (abbiamo in scena un inedito Mazzini “chansonnier”, scoperto durante una visita al museo a lui dedicato a Genova), affascinati dall’energia dei giovani, incapaci di contenerla, e bisognosi di sfruttarla per rendere la rivoluzione contagiosa»
Luca Lucini e Ago Panini