Mai scontata
Sabrina Ferilli
«Gloria è piena di passione, energia, spesso ingombrante e attraversa le vite degli altri con forza, prepotenza ma immenso amore. Ci si scorda difficilmente di una donna così» racconta l’attrice romana che ritorna sulla rete ammiraglia con un progetto ambizioso e irriverente. “Gloria” di Fausto Brizzi arriva su Rai 1 lunedì 19 febbraio e poi 26 e 27 febbraio
Chi è Gloria Grandi?
Per me una grande sorpresa. È un personaggio inusuale, non convenzionale, a tratti bizzarro, molto diverso da quelli che ho interpretato fino a oggi. È una donna con molte sfaccettature, sicuramente non inserita nei soliti cliché femminili, può risultare sorprendente, a volte discutibile, direi politicamente scorretta, un po’ come me. Gloria è piena di passione, energia, spesso ingombrante, attraversa le vite degli altri con forza, prepotenza ma immenso amore. Ci si scorda difficilmente di una donna così!
Cosa l’ha colpita di più di questa donna?
Non sempre si ha l’opportunità di interpretare ruoli di questo genere, mai scontati, audaci. L’ho capito fin dalla lettura della sceneggiatura, un personaggio così ben delineato, una donna “scomoda”, a tratti poco accogliente, che vive la vita in una maniera talmente bizzarra da risultare spesso incomprensibile. Una diva sulla via del tramonto che fa di tutto per non essere dimenticata e tornare alla ribalta, senza però pensare alle conseguenze delle sue scelte. Interpretarla è stata una sfida molto divertente.
Ritrovare sullo stesso set Massimo Ghini…
Lavorare con Massimo è come stare a casa, tra noi c’è feeling, affetto, stima, siamo legati da una bellissima amicizia. Manlio, il personaggio che interpreta, è il fido consigliere e complice di Gloria, era fondamentale avere accanto un attore con il quale questo tipo di rapporto venisse spontaneo per essere credibile. Ghini poi è perfetto per interpretare un personaggio cinico, divertente, istrionico come Manlio.
Qual è il rapporto tra Gloria e il suo manager?
C’è una forte intesa, sono come il gatto e la volpe, ma legati da un grande affetto. Lui conosce tutti i punti deboli di questa donna, la rappresenta anche professionalmente perché probabilmente è l’unico in grado di gestire il suo carattere ingombrante, il solo, forse, che in qualche modo ascolta. Manlio regge le fila del racconto con Gloria, costruiscono e distruggono insieme, è in tutto e per tutto il complice in tutte le follie…
Ogni diva ha però bisogno di un assistente…
Ho avuto l’onore di avere al mio fianco un’attrice bravissima in un ruolo assolutamente inusuale. Con Emanuela Grimalda abbiamo avuto la possibilità di sperimentare un rapporto bizzarro e strano tra i nostri due personaggi: lei è un po’ la mia la mia badante tuttofare, ma anche il mio “grillo parlante”.
Ci racconta la famiglia di Gloria?
Disfunzionale, caciarona ma piena di amore e passione, che vive le emozioni al cento per cento, anche gli scontri. Non è certamente tradizionale, ma c’è unità e, ovviamente, gira tutto intorno a Gloria che sottoporrà tutti i componenti della sua famiglia, figlia e fratello in particolare.
E il rapporto con la figlia?
Gloria ha una figlia meravigliosa che ama profondamente, ma Gloria è Gloria e si rapporta con tutti nella stessa maniera. Cerca supporto, comprensione e adorazione, si appoggia a Emma come se fosse lei la madre, con un ribaltamento dei ruoli che crea tensioni e incomprensioni. La figlia conosce la fragilità della madre, ma vorrebbe essere ascoltata, accolta e incoraggiata, qualcosa che questa donna fatica a fare, perché pretende amore, ma difficilmente lo sa restituire. O almeno così sembra…
Non dobbiamo però dimenticare un ex marito…
Alex è la figura romantica e malinconica della storia, un personaggio che dona umanità a questa donna. È passionale, caldo, ha un temperamento forte, proprio come Sergio Assisi che lo interpreta. Un guerriero romantico che ama la sua famiglia in maniera incondizionata e resta accanto a Gloria anche quando lei tratta male. In realtà questa donna ha un rapporto curioso con tutti gli uomini che, con ruoli e modi diversi, le ruotano intorno e sono affascinati da questa donna dai mille colori.
Quanta aderenza alla verità c’è nella serie sul dietro le quinte della vita degli artisti?
Direi abbastanza. Il nostro è un mestiere nel quale non ci si può nascondere, nel quale il consenso o la bocciatura la si vivono sempre in prima persona e, a volte, minano la serenità, la fiducia, la stima che tu hai di te stesso. Quando non ci sono successi, quando gli attacchi sono molto forti, nonostante le radici ben piantate per terra, ci sono grandi scossoni. È un mestiere faticoso sotto quest’aspetto. In America, dove c’è uno star system molto più forte che da noi, se qualcuno ha delle fragilità, il malessere viene fuori in maniera evidente. È un mestiere che mette parecchio a repentaglio la tua salute mentale, fortunatamente in Europa sentiamo meno questa problematica, perché non abbiamo quel tipo di consenso mondiale.
Cosa rende un artista un’icona senza tempo?
Credo la possibilità di interpretare un ruolo, staccandosi da se stesso, consegnando all’eternità il personaggio.