L’impossibile di Erri De Luca

La nuova stagione di “Dieci Passi nella Storia”, il programma di Tiziana Iannarelli che su RadioLive racconta i cammini d’Italia, riparte il 18 settembre e si apre con un’intensa intervista ad Erri De Luca, scrittore e appassionato alpinista: “Quando scrivo una storia è come andare in montagna senza mappa – afferma – preferisco avere la possibilità di perdermi”.

Cosa hanno in comune la sua vita di scrittore e un cammino?

Quando faccio lo scrittore e cioè quando scrivo una storia, non sto facendo una costruzione, come succede agli scrittori quando costruiscono un romanzo. A me invece capita di seguire un ricordo e di farlo fluire. E’ come se percorressi una storia. Mentre la percorro non ha un sentiero ben tracciato. Si sa più o meno dove deve andare, ma continuamente mi presenta delle divagazioni, delle scorciatoie, o dei punti dove mi disperdo. Mi piace andare in giro per una storia facendomi trasportare da quello che succede. Mi capita anche in montagna, dove vado senza portare una mappa. Preferisco andare un po’ a orientamento e un po’ anche con la possibilità di perdermi e di dover trovare il sentiero di ritorno.

Molte volte si definisce il camminare di oggi un atto rivoluzionario, ma la parola “rivoluzione”, secondo lei, è ancora attuale?

Per il mio uso e per la mia competenza di questa parola, la riferisco solo a quelle politiche che riguardano il 1900, che è stato il secolo che più intensamente ha praticato questa forma di lotta per l’indipendenza. Dunque per me, le rivoluzioni si sono esaurite, come vocabolo, nel 1900. Questa parola non la posso adoperare fuori di quell’ambito. Ovvio che ha altre implicazioni. Ad esempio Copernico la adoperò per le orbite celesti. E scelse proprio questo termine in maniera un po’ intenzionale, perché sapeva che quello che stava introducendo era uno sconvolgimento totale. Ebbe la fortuna di morire prima di pagarne le conseguenze.

Lei si definisce di temperamento solitario. La montagna, le scalate, i cammini, rappresentano la condizione ideale per il suo essere?

Per me andare in montagna è spaesarmi. Cioè togliermi dal centro, dare le spalle a tutto quello da cui muovo e trovarmi in uno spazio gigantesco dove io sono una briciola insignificante. Quindi è una sensazione di spaesamento, ma che è sanitaria per me. Mi fa bene alla salute sentire la giusta proporzione tra me e questo Pianeta meraviglioso che abitiamo.

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