Leo Gassman
Sono me stesso e sono felice
Il RadiocorriereTv incontra il vincitore delle Nuove Proposte della 70esima edizione del Festival della Canzone Italiana. Il giovane cantautore romano ha conquistato il pubblico con il brano “Vai bene così”: “Dobbiamo imparare che la sconfitta non è cadere, chiedere scusa e ripartire, ma l’ossessione della vittoria”
Leo, chiuda gli occhi un istante e riviva gli ultimi mesi…
È stata un’esperienza incredibile, tutto inaspettato. Ho dato il massimo in ogni esibizione e non avrei mai creduto di arrivare in finale, tantomeno di vincere. Mi sono divertito, non sono una persona competitiva, ho semplicemente portato il mio messaggio molto sincero. Forse, alla fine, è stato proprio questo a essere premiato. La canzone “Vai bene così” l’avevo scritta in un momento particolare, nel quale avevo bisogno di sentirmi dire quelle parole, poi ho pensato di condividerle con altre persone. Dobbiamo imparare che la sconfitta non è cadere, chiedere scusa e ripartire, ma l’ossessione della vittoria
Sanremo giovani, le selezioni, l’amicizia con i suoi compagni d’avventura. Cosa le ha lasciato questo percorso?
Sicuramente mi ha regalato autostima e fiducia in ciò che faccio, mi ha dato molta motivazione, facendomi capire che il duro lavoro e la sincerità premiano. Sono felice di avere fatto questo percorso con Matteo Costanzo, un grande amico con il quale scriviamo la musica, una persona sincera come me, anche lui aveva bisogno di rivalsa. Sono onorato anche del lavoro di tutto il mio team.
Musicalmente a chi si ispira?
Ammiro moltissimo il cantautorato italiano, apprezzo chiunque scriva nella nostra splendida lingua e riesca a comunicare emozioni. Le parole italiane sono molto più difficili da incastrare nella musica in modo originale, è una lingua complessa. Mi appassionano poi le sonorità inglesi e americane. Nei miei brani c’è anche quel suono più internazionale.
Ci sono artisti che sente più vicini?
In Italia Brunori Sas, Jovanotti, tra gli storici Lucio Dalla, Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Edoardo Bennato, Vasco Rossi, sono tutti artisti dei quali mi sono sempre nutrito. I loro testi rimangono nella storia della canzone, sono impegnati, il loro è un linguaggio ricercato che viene sempre dal cuore. In campo internazionale penso agli Oasis, ai Coldplay, agli Imagine Dragons, Ben Howard, ci sono artisti che sono incredibili. Penso che la qualità della musica sia elemento essenziale. Mi piacerebbe essere ricordato, un giorno, come un artista che fa buona musica, che sa quello che fa.