Il rumore della vita
Sei puntate per raccontare attraverso la fiction la rinascita del capoluogo abruzzese drammaticamente colpito dal terremoto nella primavera del 2009. “L’Aquila – Grandi Speranze”, serie diretta da Marco Risi e co-prodotta da Rai Fiction, porta indietro le lancette dell’orologio al 2010, un anno e mezzo dopo la tragedia, là dove la storia creata da Stefano Grasso ha inizio. Sullo schermo Donatella Finocchiaro, Giorgio Tirabassi, Giorgio Marchesi, Luca Barbareschi, Valentina Lodovini insieme a un gruppo di giovani attori esordienti selezionati nelle scuole de L’Aquila. Da martedì 16 aprile alle 21.25 su Rai1
Ricominciare dopo la distruzione, con il dolore nel cuore e con la volontà di dare colore e prospettiva al futuro. “L’Aquila – Grandi Speranze”, serie in sei puntate diretta da Marco Risi per Rai1, porta sullo schermo il desiderio di una comunità profondamente ferita ma determinata a ripartire. La storia creata da Stefano Grasso ci riporta all’autunno del 2010. È trascorso un anno e mezzo dalla tragedia. Silvia e Franco stanno ancora cercando la figlioletta scomparsa la notte del terremoto, Gianni ed Elena sono tornati a L’Aquila per inseguire il sogno della ricostruzione. Due storie come tante, colme di rabbia, dolore e speranza. «Ho incontrato molte persone che hanno vissuto quei giorni, ho sentito i loro racconti – dice l’ideatore della serie -. Abbiamo puntato l’accento sulla diversificazione delle reazioni alla catastrofe, da chi ha gettato la spugna ed è andato via, a chi ha invece ritrovato nuove ragioni per restare». A dirigere il cast, che vede nei ruoli principali Donatella Finocchiaro, Giorgio Tirabassi, Giorgio Marchesi, Luca Barbareschi, Valentina Lodovini, Carlotta Natoli e un nutrito gruppo di adolescenti aquilani, Marco Risi: «Ho visitato L’Aquila solo dopo il terremoto, non conoscevo la città e non sapevo della sua bellezza, potevo soltanto immaginarla. Alla prima visita mi impressionò il silenzio. Sentivo il rumore dei miei passi». Set naturale della serie, la zona rossa del centro storico del capoluogo abruzzese. «È stato molto emozionante girare a L’Aquila – afferma Marco Risi -. Sono quasi dieci ore di un racconto con tante storie molto commoventi. La narrazione si svolge su due piani, quello degli adulti e quello degli adolescenti, in questi due racconti ho usato tecniche di ripresa e di fotografia leggermente diverse. Per raccontare i ragazzi ho inquadrato sempre un po’ dal basso, per dare la sensazione che la città gli stesse sopra, per gli adulti, invece, ho scelto una fotografia sempre un po’ più fredda. Gli adulti devono rimettere insieme i pezzi delle loro storie, della loro vita, cercare di ricostruire o darsi da fare per far ricostruire la città, gli adolescenti vogliono riappropriarsi della città alla loro maniera, occupando il palazzo del Governo, simbolo della tragedia di quella notte». Per Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction, «L’Aquila è una ferita aperta», e la serie è un esempio «di come e quanto la fiction possa stare nell’attualità e contribuire al racconto del Paese, alla testimonianza partecipe e alla riflessione su problemi drammatici che restano aperti. Raccontare è il compito e la forza della fiction. Raccontare la contemporaneità e il primo compito della fiction del servizio pubblico».
LA STORIA HA INIZIO COSI’
L’Aquila, un anno e mezzo dopo la notte del 6 aprile 2009: la città è distrutta, l’accesso al centro storico vietato. Ma Simone, Davide e i loro amici hanno tredici anni e a quell’età non esistono divieti: dopo il terremoto la “zona rossa” è diventata il loro regno. Il possesso del territorio è però insidiato da una banda rivale: tra macerie e case abbandonate, i due gruppi si fanno la guerra per conquistare il palazzo del Governo. I genitori di Davide, Silvia e Franco devono far fronte a un tragico evento: la sparizione della figlia più piccola, Costanza, avvenuta la notte del terremoto. L’archiviazione del caso e la sospensione delle ricerche apre tra loro una crisi ancora più profonda. A casa di Simone invece, Gianni ed Elena, appena tornati a vivere nel centro storico, organizzano una grande protesta che ha una sola parola d’ordine: ricostruzione. Da poco, inoltre, a L’Aquila si è trasferito Riccardo De Angelis, un costruttore romano, giunto lì assieme a Margherita, la figlia tredicenne. La loro presenza suscita curiosità e sospetti tra gli adulti, fibrillazione tra i ragazzini che si ritrovano Margherita come compagna di classe