La Tv, mio grande amore

STEFANO DE MARTINO

Stefano De Martino

Pochi giorni al debutto, tra giochi confermati (“Segui il labiale”, “Rumori di mimo”, “Stanza inclinata”), novità e ospiti pronti a divertirsi, ci racconta l’edizione che sta per partire?

Festeggiamo la decima con i grandi classici di “STEP”, giochi che hanno fatto divertire il pubblico televisivo nel corso degli anni. Lo facciamo introducendo qualche nuovo ospite, non ancora passato su nostro divano, e rimpinguando il cast fisso. A Biagio Izzo e Francesco Paolantoni si aggiungono quest’anno Giovanni Esposito ed Herbert Ballerina. La compagnia di giro diventa ancora più stabile (sorride). Insieme a loro saranno numerosi gli amici che ci verranno a trovare per trascorrere una serata di divertimento insieme, penso a Massimo Lopez, a Mara Maionchi e a tanti altri.

In questi cinque anni il pubblico l’ha vista crescere professionalmente, con “Bar Stella”, con le piazze e la musica di “Tim Summer Hits”, con il one man show delle feste natalizie… chi è Stefano De Martino oggi?

Uno che si sta facendo le ossa sul campo e che ha imparato questo mestiere facendolo, giorno dopo giorno. Me lo godo sempre di più, perché sviluppando un minimo di abilità riesci anche a curare meglio il dettaglio, perché sei meno preoccupato da ciò che devi fare in prima persona e puoi dedicarti al contesto. Quando ho ereditato “Stasera tutto è possibile” da Amadeus, ero veramente molto più acerbo. Ora, alla sesta edizione, lo firmo insieme agli altri autori: è una cosa che mi fa piacere, mi dà gusto, sono contento di essere partecipe di tutto il processo creativo. La stessa cosa accade con “Bar Stella”, che mi ha aiutato ancora di più a sviluppare la parte autorale. Sto dando un po’ di esami in questa facoltà della televisione, pian piano ci stiamo avvicinando alla tesi di laurea (sorride).

Romantico e sognatore in “Bar Stella”, decisamente più scanzonato a “Stasera tutto è possibile”, qual è la sua vera anima?

A “Bar Stella” siamo un po’ più romantici, nostalgici, ogni tanto strizziamo l’occhio al mondo intellettuale, sul fronte “STEP” si frequenta la leggerezza, che può sembrare frivola, ma in realtà per essere leggeri bisogna conoscere i vari aspetti della vita, averli testati tutti. Credo che la leggerezza sia una grande chiave per affrontare la vita. La mia anima è al centro di questi due poli quasi opposti.

La sua è una popolarità trasversale e genuina, come è cambiato, negli anni, il suo rapporto con il pubblico?

È un rapporto cresciuto nel tempo. Tutto è iniziato ad “Amici”, poi sono diventato noto per vicende private, per cose di cui non avevo nessun tipo di merito. Mi veniva attribuita una notorietà che sapevo di non meritare, non stavo facendo nulla di gratificante dal punto di vista lavorativo. A un certo punto ho capito cosa volessi fare da grande e mi sono messo a studiare.  Da quel momento ho percepito che l’affetto e l’attenzione del pubblico erano la risposta al mio impegno. È un po’ la differenza che esiste tra i soldi guadagnati e quelli che trovi per terra (sorride).

La Tv italiana compie 70 anni, la radio 100. Cosa prova nei confronti di questo passato? Quali sono le pagine che ha più nel cuore?

Sono nato e cresciuto davanti alla televisione, che rimane centrale nella mia quotidianità, così come credo lo sia ancora per tante famiglie. Certo, c’è chi la Tv non la guarda, ma mi rendo conto al tempo stesso che anche il mondo dei social e del web cercano spesso una consacrazione attraverso il piccolo schermo. Penso che sia ancora al centro della comunicazione. Sono affezionato alla televisione, alla Rai, a RaiPlay, un pozzo di sapere da cui mi abbevero. La storia della Tv è legata al Servizio Pubblico, penso a Raffaella Carrà, a Renzo Arbore, alle edizioni di “Canzonissima”, ai “Rischiatutto”. Sono stati programmi avanguardistici sui quali torniamo sempre a mettere le mani, è un repertorio dal quale continuiamo a prendere spunto.

Nel suo mondo c’è anche tanta musica. Siamo da poco usciti da “Sanremo” e le hit nate al Festival non mancano, che cosa c’è nella sua playlist?

Sono onnivoro, ogni giorno ascolto musica diversa. Sono anche un aspirante musicista da tempo, mi piace suonare il piano, il sax.  Mi sveglio e passo da Angelina Mango a Rachmaninov a Stan Getz a Gigi D’Alessio. Per quanto riguarda il Festival ciò che mi è piaciuto di più insieme alle hit, nate per essere efficaci, è stata l’esecuzione de “La rondine” di Angelina Mango, che ho cantato per giorni. Tra le canzoni da ascoltare nella mia playlist ho messo proprio quel brano, nella straordinaria interpretazione di Pino Mango, in quanto Angelina non l’ha incisa.

A proposito di “Sanremo”, le piacerebbe salire un giorno sul palco dell’Ariston da conduttore?

Anche per cinque giorni (sorride facendo riferimento alla durata del Festival). Ritornando alla similitudine con il percorso di studi, penso che “Sanremo” rappresenti la laurea. Sono iscritto a questa facoltà che si chiama televisione e mi mancano ancora alcuni esami. Ecco, il sogno è quello di laurearmi su quel palco.

Torna da lunedì 1° aprile su Rai 2 con “Stasera tutto è possibile”, uno dei programmi più divertenti e amati del piccolo schermo. «Mi sto facendo le ossa sul campo, giorno dopo giorno, come conduttore e come autore, l’affetto del pubblico mi rende felice», racconta al RadiocorriereTv. Pensando al futuro, il pensiero va anche al palco dell’Ariston: «La televisione è la mia facoltà, mi mancano ancora alcuni esami. Il sogno è quello di laurearmi a Sanremo»

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.13