La passione di una vita
Con “Linea Bianca”, il sabato pomeriggio su Rai 1, è tornato a raccontare le nostre montagne: «Ci insegnano a gestire l’energia, la stagionalità, a scegliere la calma, a vivere con serenità il nostro tempo»I
Il viaggio di “Linea Bianca” è ripartito, dove ci porterete nelle prossime puntate?
Continuiamo a raccontare il territorio montano che costituisce circa il 70 per cento della superficie nazionale, mentre troppo spesso diamo visibilità alla sola parte costiera. Capendo la montagna possiamo anche imparare a convivere con l’emergenza energetica, a ridurre gli sprechi. In montagna sono molte le località non ancora raggiunte dal metano, nelle quali si usano le bombole del gas, si cucina con legna e cippato. Nel corso della storia l’uomo ha imparato a immagazzinare calore, facendo uso tra l’altro della terracotta, dell’argilla. Le famose olle, ad esempio, consentono la massima efficienza. Sono conoscenze che dobbiamo portare nelle nostre città, nel rispetto dell’ambiente, per risparmiare ed evitare sprechi. La montagna ci insegna anche a rispettare la stagionalità, a scegliere la calma, a vivere con serenità il nostro tempo.
Un invito a riappropriarci dei nostri ritmi naturali…
L’essere umano ha necessità di ritrovare il proprio tempo e di farlo in ogni situazione. Parlo del tempo che ci dedichiamo per una passeggiata, per una lettura. In passato ci si distraeva con un libro o guardando fuori dalla finestra, sognando a occhi aperti. Oggi la distrazione è data dal telefonino e così il tempo non è più solo nostro. In montagna questo recupero del tempo ce l’hai per una serie di cose che devi fare, per spostarti. I monti ti chiamano, ti fanno ammirare tante cose. Domenica, in esterna per la trasmissione, ho perso il treno perché distratto e attratto da un tramonto…
Dove è successo?
A Prato Piazza, in Alto Adige, a 2 mila metri. Ero lì per la seconda puntata di “Linea Bianca”. Nel primo pomeriggio, dopo una nevicata durata ore, il cielo ha iniziato ad aprirsi, aveva un colore rosso forte, sembrava un dipinto. Quel momento mi ha dato tanta energia.
Nel programma vi occupate da tempo di cambiamenti climatici, cosa capiamo con l’osservazione delle nostre montagne di ciò che sta accadendo al Pianeta?
Che il cambiamento è molto più veloce di quello che abbiamo raccontato fino a ora. La fusione dei ghiacciai è esponenziale. Pensavamo che in alcuni decenni non ne avremmo più trovati alcuni, ma i tempi sono ben più stretti e potrebbe trattarsi anche di pochi anni. Penso al Calderone del Gran Sasso in Abruzzo, che è anche stato declassato. In città ti accorgi meno del cambiamento, accade con la siccità, con la pioggia improvvisa, ma in montagna è tutto ben più visibile. La mia preoccupazione è che sia già troppo tardi per tornare indietro, spero che madre natura possa ritrovare equilibrio. Possiamo solo non aggravare una situazione complessa.
Le storie di montagna sono prima di tutto storie di persone, ce n’è una che nel corso di questi anni ti ha toccato di più di altre?
Di storie ce ne sono tante, ma mi viene in mente una parola ed è coraggio. Ci sono persone che hanno avuto il coraggio di cambiare la propria vita andando alla ricerca dello star bene, senza limitarsi e accontentarsi, ma vivendo al massimo il proprio tempo.
Montagna come risorsa?
Non dico che tutti dobbiamo trasferirci in montagna, ma che gli italiani sono fortunati. A pochi chilometri dalle case di gran parte di noi c’è un’area montana che ci può regalare una passeggiata, un po’ di relax tra i colori e i profumi della natura.
Con la montagna hai un rapporto indissolubile…
La montagna per me è passione e lavoro. Ogni volta che vado mi sento a casa, sono ben accolto, perché l’accoglienza è una caratteristica comune a chi vive sui monti. Nell’indole delle popolazioni montane c’è l’aiuto: ho trovato tantissimo volontariato, cosa che in città un po’ si perde. Se rimani a piedi con l’auto su una strada montana non esiste che qualcuno non si fermi a darti una mano.
Una stagione di grande impegno televisivo, con “Unomattina”, come sta andando?
Sono molto contento di avere un rapporto quotidiano con il mio pubblico, di potere condividere esperienze e racconti. Al tempo stesso sono felice del rapporto sereno che c’è in redazione, in studio, con gli inviati. “Unomattina” ha un approccio positivo, propone esperienze di condivisione, di confronto tra le persone e va alla ricerca di buona energia. Vogliamo fornire un altro punto di vista e questo ha pagato.
Come ti vedi nel futuro?
Mi piacerebbe vedermi così, proprio come sono ora. Con questa voglia di fare, con questa energia, cercando di portare sempre il sorriso a chi segue i programmi che faccio. Un approccio alla Fabrizio Frizzi, di un uomo felice della vita. Mi piacerebbe rappresentare un po’ una bombola d’ossigeno capace di fare sciogliere le tensioni.