La pacchia è finita, siamo tornati!
ALESSANDRO GASSMANN
Il RadiocorriereTv incontra il popolare attore romano, protagonista nel corso dell’autunno di due importanti serie di Rai1. Da lunedì 20 settembre è nei panni dell’ispettore Lojacono ne “I bastardi di Pizzofalcone”: «Dietro a una faccia da duro, impenetrabile, – dice del suo personaggio – ha un cuore dolce, di una persona con buoni sentimenti»
La seconda stagione si è conclusa con il drammatico attentato in cui è rimasta coinvolta tutta la squadra. Da dove ripartono i “bastardi”?
Non lo posso dire (sorride)… ripartono proprio da quell’esplosione. Sarà interessante vedere gli effetti di quanto accaduto e come reagirà chi deciderà di andare avanti. Riusciranno a capire chi è stato, perché, e a catturare il responsabile o i responsabili? Questo è ciò che succederà, oltre alla soluzione di tutti i casi nelle diverse puntate, come sempre succede nella serie scritta da Maurizio De Giovanni.
L’ispettore Lojacono è un personaggio almeno in apparenza difficile. Quanta umanità si nasconde dietro a quell’atteggiamento introverso e un po’ rude?
Lojacono è un uomo di poche parole ma di grande ragionamento, di grande attenzione verso gli altri. Il suo rapporto con il lavoro è di grandissimo successo, è capace, lo dimostra in continuazione. Ha meno efficacia nel rapporto con le donne, anche in quello con sua figlia, a causa della sua timidezza. A me fa tenerezza. È ciò che cerco di esprimere ogni volta che riprendo in mano questo personaggio che amo tantissimo. Nasconde dietro a una faccia da duro, impenetrabile, un cuore dolce, di una persona con buoni sentimenti.
Quella bomba cosa muove nell’animo di Lojacono?
Tanti sensi di colpa. Lui era andato a indagare e a rimescolare nel torbido. All’inizio della terza serie le indagini saranno improntate su questo, Lojacono e i suoi si chiederanno se l’esplosione sia stata una ritorsione della mafia o di qualcos’altro.
Uno sguardo femminile dietro la macchina da presa, la regia della nuova stagione è affidata a Monica Vullo, cos’è cambiato?
È cambiato tanto. Mi fa molto piacere essere diretto da una donna, mi sembra che sia la quarta volta che accade nella mia carriera e mi piacerebbe che avvenisse più spesso. Monica è una regista di grandissime capacità ed esperienza. Ha portato al successo “Distretto di Polizia”, sa di cosa parla e sa come maneggiarlo. Sarà una serie più incalzante, con ritmi maggiori, con più azione. Ma anche con più sorprese. Sono molto contento di questa terza stagione, senza nulla togliere alle prime due che hanno avuto grande successo in Italia e all’estero.