La musica, la mia necessità

GAUDIANO

L’edizione 2023 di “Tale e Quale Show” ha il suo vincitore, il cantautore pugliese acclamato da giuria e pubblico. Il RadiocorriereTv lo ha intervistato a poche ore dalla proclamazione

Si sono spenti i riflettori sulla finale di “Tale e Quale Show 2023”, come sta e cosa prova?

Questa vittoria è arrivata in fondo a un lungo percorso, anche faticoso: le prove con i coach di recitazione e di canto, quelle con il trucco che durano tantissime ore. È stata una bella maratona, mi sento felice perché ho avuto la resistenza necessaria per arrivare lucido allo sprint finale. Credo di avere portato l’asticella della mia comfort zone molto più in alto rispetto al punto di partenza.

Che cosa ha rappresentato il programma nel suo percorso professionale?

Per la prima volta i miei due mondi, quello della canzone d’autore e quello del teatro, si sono incontrati nell’interpretazione dei vari personaggi. Mi sono dovuto calare non solo nella loro attorialità, nella loro estetica, ma anche nei mondi che hanno permesso loro di donare al pubblico grandi capolavori.

Cosa significa entrare in un altro artista?

È un esercizio difficile, perché parti da una tua identità, dalla tua realtà. È stato bello interpretare artisti che stimo tantissimo e trovarmi a mio agio nei loro mondi.

Uno sguardo ad alcuni dei suoi personaggi… partiamo da Giuliano Sangiorgi e da “Meraviglioso”…

Giuliano è da sempre il mio faro nella notte, punto di riferimento. Ho sempre ascoltato i Negramaro, consumando i loro dischi. Li stimo a livello musicale e per quello che rappresentano per la musica italiana. Portando in scena Sangiorgi ho avvertito una forte responsabilità. Tra l’altro, “Meraviglioso” è un successo di un altro pugliese DOC, Mimmo Modugno…

Altro suo conterraneo, altra ovazione dello studio: Al Bano con “Nel sole”…

Non mi aspettavo che la mia esibizione avesse tutto questo successo. È stato uno scoglio molto duro, il reparto del trucco ha lavorato benissimo e così ho potuto calarmi più facilmente nei suoi panni. Le nostre età sono distanti, non era scontato fare centro. Per me è stata una sorpresa.

Origini pugliesi sono anche quelle di Francesco Sarcina…

Le sue origini sono cerignolane, come quelle di mia mamma. Alla fine, la Puglia torna sempre. 

Ha convinto il pubblico già dalla sua prima esibizione con Tiziano Ferro e la sua “Non me lo so spiegare”…

Il punto di partenza con cui ho potuto capire quanto fosse difficile la gara e di quanto impegno richiedesse. È stata una serata emozionante e la vittoria mi ha dato l’incoraggiamento necessario per partire bene.

Si è cimentato anche con due artisti internazionali…

Lewis Capaldi è stato il personaggio che mi ha dato più filo da torcere per la sua vocalità. Interpretare “Someone you loved” per come è incisa nel disco è difficile anche per lo stesso Capaldi, che nei suoi concerti la canta due toni sotto. Ho voluto replicare la tonalità del disco: è stato molto difficile, ma sono riuscito a reggere il colpo.

Hozier…

È un artista che amo, è stato un onore portarlo in scena. Ha una vocalità difficile da ricercare, ma nella quale ritrovo cose che mi appartengono.

Finito il programma qual è stata la prima telefonata che ha ricevuto?

Ho sentito la mia famiglia. Mia mamma, mio fratello, mia sorella che mi seguono sempre con amore. Abbiamo gioito insieme, poi sono corso a struccarmi perché è un’operazione che richiede sempre molto tempo.

Ora c’è il torneo, chi porterà in scena?

Non mi è stato ancora comunicato. Spero che mi venga assegnato un cantautore italiano o qualcuno che abbia lasciato il segno nel panorama della musica internazionale.

Finito “Tale e Quale” in che direzione guarda Gaudiano?

L’ultima puntata coincide con l’uscita del mio nuovo singolo “Numeri”, una canzone che parla del mio rapporto travagliato con la discografia, con un sistema difficile per gli autori oggi, soprattutto per i giovani.

C’è qualcosa che la discografia non ha capito di lei?

Può non aver capito nulla, o aver capito tutto, il problema non sono io. Credo che la discografia debba smetterla di inseguire progetti già pronti, che hanno già un loro consenso, invece di costruire il consenso intorno all’artista che ha una proposta vincente e nuova da un punto di vista autorale. Non parlo di me, sto facendo un discorso in generale.

Cos’è per lei la musica?

Una necessità. Ho la fortuna di svegliarmi alla mattina e poter fare quello che mi piace, musica. Quando le due cose coincidono è come respirare. Non posso immaginarmi senza. Ognuno di noi custodisce dentro di sé una propria colonna sonora. Io cerco di fare venire fuori la mia e di condividerla con le persone che vogliono ascoltare le mie canzoni.

Cosa porterà con sé dell’esperienza a “Tale e Quale”?

Mi porterò dietro l’insegnamento delle persone che ho conosciuto in queste settimane, Carlo Conti in primis, gli autori. E poi l’artigianalità che consente di creare delle cose grandi, come il miglior programma di varietà che ci sia in circolazione. Oggi mi sento anche più sicuro nello stare sul palco. Ho imparato a non dire mai di no, con pregiudizio, a determinate cose, nelle quali potresti riscoprirti diverso, se non migliore, di quello che credi di essere.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.45