La mia estate in Tv
Samuel Peron
Dal lunedì al venerdì a “Camper”, il sabato e la domenica a “Weekly”. Il ballerino-conduttore, che il pubblico di Rai 1 ha imparato a conoscere in quindici edizioni di “Ballando con le Stelle” ci parla del suo momento magico: «Felice di vivere questa nuova sfida»
“Camper”, “Weekly”, un’estate piena di televisione, come sta andando?
Mi sto mettendo in discussione, quest’estate è davvero un banco di prova (sorride). In “Camper” sto facendo l’inviato, andando nelle spiagge a far ballare la gente con i tormentoni del programma. In “Weekly”, invece, racconto il territorio. Mentre nel corso della stagione invernale a “Buongiorno Benessere” realizzavo delle clip su temi che mi appartengono, come lo sport e il benessere, questi due programmi sono differenti e rappresentano per me una nuova fida, per di più in diretta.
Come si sente in queste nuove vesti?
Bene, sono molto contento. “Camper” è un programma goliardico, divertente. Vai sulla battigia e ti sposti tra gli ombrelloni, avvicini le persone in vacanza e cerchi di convincerle a ballare con te. C’è chi dice di sì ed è subito pronto, chi si tira indietro, chi vorrebbe farlo ma si vergogna. Si creano dinamiche davvero simpatiche. Con “Weekly” abbiamo un racconto diverso, alla scoperta delle nostre bellezze, di personaggi interessanti. I collegamenti sono in diretta, cosa che in esterna non è sempre semplice. A influenzarne la dinamica dei collegamenti sono tanti fattori: l’ambiente, le intemperie, la luce, i punti d’ombra (sorride). Lo studio è molto più protetto, dopo quindici edizioni di “Ballando con le stelle” ho capito come funziona.
Cosa porta con sé, in questo nuovo ruolo di inviato, della sua esperienza a “Ballando” e della disciplina della danza in generale?
La danza è una forma di comunicazione non verbale, comunichi con il corpo mentre il presentatore, il cantante, l’attore lo fanno anche con la bocca. Bocca e corpo vanno insieme, le dinamiche sono differenti da quelle del ballo. Mi approccio a entrambe le situazioni con la stessa determinazione, con lo stesso rispetto, cercando di essere sempre preparato, di non lasciare nulla al caso. Trasformo il timore, la paura, in una sfida con me stesso. Non posso lasciare che le paure mi schiaccino (sorride).
Il grande pubblico la conosce bene, come vive l’affetto che le viene riservato?
È veramente molto bello. Anche dopo il lockdown, quando mi sono ammalato di covid e sono stato rinchiuso in casa per settimane, c’è stata tantissima gente che mi ha dimostrato affetto. Me ne accorgo anche quando termino i programmi, le persone si affezionano a me, alle dinamiche che creo, mi mandano messaggi, cercano un contatto. Tutto ciò che dai al pubblico, rispetto e passione, ti ritorna indietro. Quando vado in giro per le piazze, quando partecipo agli eventi, vedo che le persone mi avvicinano con affetto. Questo ti fa crescere. La gente ha bisogno di dare e di ricevere del bene.