La forza di una passione

Antonella Clerici

Con “The Voice Kids” tornano su Rai 1 le voci (e le storie) di bambini e ragazzi.  La conduttrice al RadiocorriereTv: «Ormai il talento è precoce, già a 13, 14 anni i giovani sanno quello che vogliono e hanno gusti musicali ben definiti, autonomi da quelli dei loro genitori». In giuria la new entry Arisa, Loredana Bertè, Clementino e Gigi D’Alessio. Dal 24 novembre in prima serata

I suoi bambini, i suoi ragazzi tornano in scena con “The Voice Kids”, che edizione sta preparando?

Una bella edizione perché ci sono dei veri talenti. Ormai il talento è precoce, accade nella musica come nello sport. Vedi ragazzini di 13, 14 anni che non dico sappiano già che cosa vogliono, ma che hanno sicuramente passioni ben definite. Sono tutti ragazzi che amano la musica, che vanno a scuola di canto, che hanno una famiglia musicale. Hanno magari il papà che suona o la mamma che canta, per hobby, perché nessuno di loro ha genitori famosi. Hanno un talento naturale, che in alcuni di loro è già pronto e che in altri casi deve ancora essere coltivato. Mi piace molto fare questo programma, dove sono di casa gentilezza e rispetto, credo che sia un appuntamento giusto per le famiglie, penso che anche l’inserimento di Arisa, che si unisce ai giurati storici, sia perfetto.

Il talento lei l’ha sempre fiutato…

Moltissimi dei miei bambini di “Ti lascio una canzone” oggi lavorano nel mondo della musica, e non parlo solo del Volo, ma di chi sta dietro le quinte. C’è chi fa il produttore musicale, come Mattia Lever, chi fa il pianobar, chi insegna musica. Pochi giorni fa ho incontrato Ilaria Mongiovì, che ha preso parte recentemente a “Tale e Quale”. Penso di avere lasciato in loro un buon ricordo. È bello vedere che le note di questa gioventù rimangono a disposizione di tutti e che, a prescindere dal successo, hanno continuato a coltivare la propria passione. C’è chi suona il pianoforte, chi la batteria. Suonare uno strumento è importantissimo, perché come dice Gigi D’Alessio ti rende indipendente, ti dà la possibilità di comporre la musica quando hai l’ispirazione.

Bambini e anziani, che cosa hanno in comune?

Tantissimo, innanzitutto perché bambini e anziani stanno bene tra loro: i nonni tornano un po’ bambini e i bimbi si affidano a una persona grande. Quando sei piccolo i nonni sono il tuo mondo. Sono due età della vita che amo molto. L’inizio, in cui tutto è possibile, e il secondo tempo, in cui i giochi sono fatti. Quando sei “senior” e sali sul palco vivi quell’esperienza come fine a se stessa.

Cosa può dare Arisa, con il suo sorriso, con la sua energia, alla narrazione di “The Voice Kids”?

Intanto il suo lato bambino. Lei è un po’ un cartoon (sorride). E poi ci sono le sue canzoni che sono amatissime dai più piccoli, sono tantissimi i bambini che ai provini portano “La notte”. Arisa si è integrata perfettamente nel gruppo di lavoro, sia con Loredana che con Gigi e Clementino, e questo è importante per la resa del programma.

Regala un aggettivo o un pensiero per ognuno dei giurati?

Loredana è una ragazza rock con uno spirito indomito. Dietro alla sua scorza si nasconde una donna molto dolce. Clementino è la follia, l’eccesso, la simpatia. Gigi è il musicista, è romantico. Lo prendo spesso in giro perché sciorina frasi da Baci Perugina. Arisa è suadente, delicata, anche con i bambini.

Prima “Ti lascio una canzone”, oggi “The Voice Kids”, cosa le hanno insegnato i ragazzi?

Tantissimo. Iniziai “Ti lascio una canzone” che non ero ancora mamma e lo diventai un anno dopo. Per me fu importante anche come allenamento, per capire come erano i bambini. Da allora a oggi, a quindici anni di distanza, ho notato un grande cambiamento tra i ragazzi: ascoltano più musica, sono molto più consapevoli. Una volta i gusti musicali dei bambini erano un po’ quelli degli adulti, oggi chi viene a “The Voice Kids”, ha gusti musicali molto precisi. I bambini hanno le loro classifiche, le loro playlist, accedono alla musica in modo diverso da come avveniva un tempo.

Se fosse stata una cantante con quale brano le sarebbe piaciuto arrivare al successo?

Sicuramente con una canzone di Mina, un mito assoluto della musica, una vocalità straordinaria. Amo molto, da sempre, anche Lucio Battisti, che per di più oggi sta ritornando molto di moda tra i ragazzi.

Qual è la parola che più racconta la sua carriera?

Eclettica. Credo di essere, tra i conduttori, quella che ha fatto più cose diversificate, più titoli in assoluto, nel prime time e non solo. Ho fatto anche tante sperimentazioni assumendomene i rischi.

C’è un tassello che ancora manca a un puzzle così bello e colorato come è la sua carriera?

Direi di no. Ho fatto tutto (sorride).

Lei è una donna felice?

La felicità è un attimo, e di attimi ne ho avuti tanti. La serenità è più un equilibrio, che è quello che spero di avere raggiunto.

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