La danza parla al cuore

ROBERTO BOLLE

Il nuovo anno di Rai1 si apre con quello che è diventato ormai un bellissimo e attesissimo appuntamento. Sul palco, insieme all’étoile italiana più amata al mondo, Serena Rossi e Lillo, conduttori della serata. Tra gli ospiti, attesissimi, John Malkovich, Ornella Vanoni, Margherita Buy, Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Micaela Ramazzotti, Colapesce e Dimartino. Sabato 1 gennaio in prima serata

Ciò che qualche anno fa poteva sembrare una follia, portare la danza in prima serata in televisione, non solo è diventato una realtà, ma una attesa consuetudine. Come vive questo appuntamento?

Portare la danza al pubblico di Rai1 è un privilegio. Sono veramente contento di essere alla quinta edizione, non era scontato, e anche per questo motivo è un grande piacere esserci. Abbiamo cercato di costruire un programma che sia piacevole, con l’obiettivo di fare stare bene le persone. Vogliamo iniziare l’anno con la poesia e la magia della danza, ma anche con la leggerezza, per questo, per accompagnarci in questo viaggio, abbiamo scelto Serena Rossi e Lillo, artisti che sono spontanei, genuini, amati dal grande pubblico, dei padroni di casa straordinari.

Un riflettore potente acceso sul ruolo della cultura e, al tempo stesso, una richiesta d’attenzione alle Istituzioni nei confronti della danza…

Nei giorni scorsi, in un’audizione alla Camera dei Deputati, ho parlato della danza e dell’importanza di tutelarla, di sostenerla. La trasmissione sposta la luce su questo mondo e fa avvicinare tantissimi giovani al balletto. È vero che ci sono canali dedicati che fanno un’ottima programmazione, penso a Rai5, ma avere un evento in prima serata sulla rete ammiraglia è molto importante. Sono contento che la Rai continui a programmare una serata così e capisca il ruolo educativo, sociale, culturale, che la danza può avere per le persone, per i giovani.

Un’edizione di “Danza con me” dedicata a Carla Fracci, che insegnamenti ci ha lasciato la regina della danza?

Carla ci ha insegnato tante cose. È un’artista che ha travalicato tutti i confini, passando dal palcoscenico al cinema, dalla Tv alla pubblicità, dai grandi teatri alle piccole piazze. Con la sua arte è arrivata ovunque. Non si poteva farle omaggio migliore che dedicarle questa trasmissione che vuole parlare al grande pubblico e arrivare al cuore di tutti.

Senza mai avere paura di essere popolari…

… senza avere paura di rompere le barriere. Carla è stata la prima a osare, portando la danza classica in contesti nuovi e inusuali.

Che cosa la accomuna a Serena Rossi e a Lillo?

Un grande amore per quello che facciamo, la professionalità. Hanno una grande capacità di stare sulla scena, di improvvisare, di gestire il palco, e di avere un calore umano meraviglioso. Noi dobbiamo parlare a tutti e loro lo sanno fare.

Una serata ricca di incontri ad altissimo livello, ci sarà anche il grande John Malkovich…

Sarà con noi insieme a due musicisti, un violinista e un pianista, ci presenterà uno sketch tratto da un lavoro teatrale che parla delle critiche feroci che anche grandi geni del mondo della musica hanno ricevuto. Entrerà in trasmissione con intelligenza e ironia.

Che cosa prova, come artista e come uomo, nell’attimo che precede l’apertura del sipario, e cosa prova invece subito dopo l’esibizione?

Prima ci sono tante emozioni contrastanti. Convivono la gioia, l’eccitazione, l’adrenalina, la tensione e un po’ di insicurezza, perché ogni volta che vai sul palco c’è sempre il timore di sbagliare. Quando l’esibizione si conclude, invece sono contento se è andata bene (sorride).

Il suo nome è sinonimo di arte, di classe, di sobrietà, ma una volta chiuso il sipario quanta ironia c’è nella sua vita?

Sono una persona positiva e allegra, mi piace condividere la mia vita privata con gli amici, stare bene. Ho un lato allegro, piacevole, insieme a uno più solitario e malinconico, però la convivialità e la spensieratezza fanno sicuramente parte delle mie cifre.

Come è cambiato, se è cambiato, nel tempo, il suo rapporto con la danza?

È cambiato perché sono cambiato io come persona. E con la pandemia, che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, il rapporto è ulteriormente mutato. La danza è qualcosa che per un certo periodo mi è stato tolto, creando un vuoto. Ciò che un tempo davo per scontato, il danzare, il creare danza, oggi l’apprezzo più di prima.

Se durante uno spettacolo le capita di incrociare lo sguardo di uno spettatore, che cosa prova?

Spero innanzitutto che non abbia il telefonino in mano (sorride). Non tanto in teatro, dove la sala è molto buia, ma negli spettacoli all’aperto, mi è capitato di vedere nelle prime file qualcuno con il telefono intento a riprendere. In quei casi mi verrebbe da fermarmi e da chiedere loro perché non si godano lo spettacolo. Ma mi sono sempre trattenuto dal farlo.

Continua a leggere sul RadiocorriereTv N.53 a pag.6