La danza e la bellezza
L’étoile del Teatro alla Scala pronta ad accompagnarci il 1° gennaio in prima serata su Rai 1. «Danzare è un arricchimento per la vita, per le sensazioni che si possono ricevere» dice il grande ballerino, che sulla sesta edizione dello show anticipa: «Abbiamo preparato uno spettacolo di intrattenimento, di leggerezza, che possa fare sorridere ed emozionare»I
Il 2022 sta per concludersi, cosa le lasciano questi dodici mesi, da artista e da cittadino?
Per me è stato un anno molto importante, di rinascita, che ha visto il riprendersi di molte cose, a iniziare dai viaggi: sono stato a ballare per la prima volta in Australia, per la prima volta a Cuba, adesso ho ballato in Oman, a Muscat. Tanti luoghi nuovi che ho potuto toccare con la danza. Li ho vissuti in maniera diversa, facendo esperienze nuove. Penso anche ai tanti spettacoli in Italia, non posso non ricordare un evento particolare come il “Ballo in bianco” in piazza Duomo a Milano durante “OnDance”, evento che ha segnato il mio 2022. È stato un anno segnato dalla guerra, dal conflitto nato vicino a noi, vedere queste tragedie è stato umanamente difficile. La guerra è stato il buio di questo periodo.
Ci presenta l’edizione 2023 di “Danza con me”?
Sarà un’edizione con tanti ospiti nuovi. Avremo Luca Zingaretti e Cristiana Capotondi alla conduzione, due grandi attori molto amati dal pubblico di Rai 1. Ci affiancheranno Virginia Raffaele che ritorna per la terza volta, Alberto Angela per la seconda. Tanti nuovi amici come Elio, Paola Minaccioni, Blanco, Dardust, avremo Claudia Gerini, Edoardo Leo, Dargen D’Amico. Un parterre molto ricco, ma soprattutto avremo tanti numeri di danza, perché è sempre la danza, di livello internazionale, a essere il cuore del programma. Vogliamo costruire uno spettacolo di intrattenimento, di leggerezza, che possa fare sorridere. In questo momento il pubblico ha bisogno di serenità.
C’è una cifra che accomuna i protagonisti di “Danza con me”?
Ognuno porta qualcosa. Quello che mi piace, soprattutto di Luca e Cristiana, ma anche di altri, è il sapersi mettere in gioco, essere a disposizione del programma. Molte volte chiediamo complicità alle nostre idee, alle nostre invenzioni. È la complicità con gli ospiti a fare la differenza.
C’è un giusto punto d’incontro tra l’alto e il popolare?
Il punto d’incontro è questa trasmissione, che riesce a veicolare l’alto, come i passi a due di repertorio classico, neoclassico, contemporaneo, in un contesto di intrattenimento. Ma il passo a due è quello, è intatto e si vede in tutta la sua bellezza. Momenti di danza pura inseriti in un contesto di leggero.
Alla prima edizione pensava che il programma sarebbe diventato un appuntamento tanto atteso dal pubblico televisivo?
Sinceramente non me l’aspettavo, non pesavo proprio che saremmo arrivati alla sesta edizione e devo dire che la cosa mi rende tanto felice e orgoglioso. Significa essere riusciti a entrare nelle case di tantissimi italiani e questo vuol dire anche avere la possibilità di fare conoscere la danza a tanti giovani. Magari iniziano proprio da questa trasmissione ad amarla, poi arrivano a teatro. È ciò che di più bello possono fare il programma e la Tv.
La danza per raccontarci e per esprimere le nostre emozioni, un esercizio che consiglierebbe anche a chi non balla per professione?
Sicuramente sì. “OnDance”, la manifestazione che organizzo ogni anno, invita le persone a provare a ballare ogni genere di danza. Non ce n’è un solo tipo, non ci sono solo la classica o la break dance. Le scelte sono innumerevoli. Ballare vuole dire prendere consapevolezza del proprio corpo e lasciarsi andare, o controllarlo seguendo una musica. La danza è liberatoria e al tempo stesso ti fa sentire il corpo come poche altre cose, unendo il movimento con la musica. Chi lo fa ha un grandissimo giovamento, anche persone che non diventeranno mai ballerini. È un arricchimento per la vita, per le sensazioni che si possono ricevere.
Dopo avere raggiunto traguardi immensi, cosa può ancora sognare Roberto Bolle?
Una bella domanda a cui può essere difficile rispondere (sorride). In questo momento le soddisfazioni sono molte e giungono da tanti progetti che sto seguendo. Mi auguro di farlo il più a lungo possibile. Spero di provare sempre gioia, passione e desiderio di andare avanti, di creare cose nuove. Il bello, anche in “Danza con me”, è essere fedele a un format senza smettere di rinnovarsi.
Cosa legge negli occhi dei giovani che coltivano il sogno della danza?
In trasmissione abbiamo avuto un pubblico di ballerini, di studenti della danza. Nei loro occhi ho visto entusiasmo, passione, il desiderio di nutrirsi di danza. Nello sguardo di molti ho visto anche la preoccupazione di non avere un futuro nel nostro Paese, perché le possibilità di lavoro sono poche. È un tema su cui mi batto in prima linea.
Quali sono le priorità per l’arte e la cultura in Italia?
Abbiamo il tavolo della danza istituito nel maggio scorso. Nel frattempo, il governo è caduto, c’è stato un grande ritardo. Ora si cerca un’interlocuzione con il ministro Gennaro Sangiuliano per capire se sia disponibile ad accogliere le idee per cambiare le regole della formazione e della produzione di spettacoli. Sono i due grandi temi che hanno bisogno di nuove regole, per andare avanti e rinnovarsi.
Che cos’è per lei la bellezza e dove la ritrova nella quotidianità?
È un valore importante che rende speciale la nostra vita, che altrimenti sarebbe piatta. È anche qualcosa che ci dà un brivido, un’emozione, che ci fa sognare. La ritrovo nella danza come nella natura, la ritrovo nei viaggi, mi piace scoprire le bellezze architettoniche delle città. La bellezza è intorno a noi, bisogna trovarla, scoprirla, nutrirsene.
L’ultimo brivido che ha provato?
In ordine di tempo mi riporta a pochi giorni fa, in Oman. Penso alla bellezza del deserto, delle dune, della sabbia con la sua policromia di colori, penso a tutte le variazioni del beige, del rosso, del giallo, o alle architetture del teatro della grande moschea.