Leonardo Mazzarotto
La mia vita “in ascolto”
«Ho appena fatto il primo esame del biennio del Conservatorio, un bel trenta per iniziare con il piede giusto, c’è la seconda stagione de “La Compagnia del Cigno”, è uscito il mio libro… sono in un momento davvero emozionante della mia vita.» Il RadiocorriereTv incontra Leonardo Mazzarotto, il giovane attore e musicista romano lanciato dalla serie scritta e diretta da Ivan Cotroneo, la domenica su Rai1
Una seconda prova da “Cigni”. Com’è andata?
Siamo stati chiamati a portare ancora una volta avanti quelle che come gruppo abbiamo fatto nella prima stagione. È una sfida importante che speriamo di vincere. Siamo quindi ripartiti da noi e dalla centralità della musica, dal valore delle passioni e del talento. Il tutto affrontato, questa volta, con una chiave più matura e adulta, con molti più colori “umani”.
Come ritroviamo Matteo, il suo personaggio?
È un ragazzo che ha certamente chiarito alcune parti in ombra della sua personalità che, come abbiamo visto nella prima stagione, condizionavano la sua vita. Matteo riesce a “normalizzare” il suo dolore, i suoi traumi, prendendo coscienza del fatto che nella vita certe cose possano capitare, anche se nel corso della storia qualche ombra riaffiora, mettendo in luce le sue debolezze e le sue fragilità di essere umano.
Cosa l’ha colpito di questo ruolo?
Il suo essere vero, la sua capacità di essere un compromesso e che non sempre riesce a gestire i suoi momenti di falsità e di invidia.
Qual è la sfida di questa nuova stagione?
Sicuramente cercare di fare bene almeno quanto nella prima occasione. È più difficile, anche perché se prima eravamo quasi tutti degli esordienti, ora non abbiamo più questo rifugio, e avremo, forse, gli occhi puntati con più attenzione. Fondamentale mantenere vivo lo sguardo sul mondo del Conservatorio, della musica e del talento. Ci saranno delle sorprese.
Si è mai domandato cosa significa avere un sogno da realizzare?
Fare di tutto per raggiungere il proprio obiettivo, tanto da non accorgersi più che è un sogno. Quando è talmente alto quello che ti sei prefissato, nel mio caso essere un musicista, ma più in generale un artista, ti abitui così tanto all’idea di voler raggiungere questa dimensione che il sogno diventa la quotidianità. Può essere una cosa bella, ma anche pericolosa, bisogna essere sempre pronti ad affrontare il percorso in maniera aperta. Avere avuto l’occasione di prendere parte a “La Compagnia del Cigno” ha rappresentato un’opportunità talmente grande da cambiare la qualità e la specificità delle mie ambizioni. Sento di essere più aperto a quella che sarà la mia vita rispetto a quello che ero due o tre anni fa.