IO, NOI E GABER
Presentato alla Festa del Cinema di Roma, il ritratto scritto e diretto da Riccardo Milani, sarà disponibile al cinema il 6, 7 e 8 novembre. La proiezione speciale del 22 ottobre è stata il grande preludio a una serie di nuove iniziative realizzate e supportate dalla Fondazione Gaber a coronamento di un anno di straordinarie celebrazioni a vent’anni dalla scomparsa del “Signor G”
«La sensazione che ho è che Gaber
manchi molto», così il regista e autore Riccardo
Milani su “Io, noi e Gaber”, il documentario girato tra Milano e Viareggio, nei
luoghi cari all’artista, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Un ritratto
vivido del “Signor G”, protagonista di una delle pagine più preziose della
storia culturale del nostro Paese, genio libero e artista indimenticabile. A
vent’anni dalla sua scomparsa (1° gennaio 2003) l’opera è un viaggio esclusivo
che attraversa tutte le fasi della sua carriera artistica: dai primissimi
esordi nei locali di Milano al rock con Adriano Celentano, dal sodalizio
artistico e surreale con l’amico Jannacci agli iconici duetti con Mina, alle
canzoni con Maria Monti, dagli anni della popolarità televisiva al teatro, con
l’invenzione, insieme a Sandro Luporini, del Teatro Canzone, piena espressione
del suo impegno politico e culturale.
Sullo sfondo, come “locus amoenus” che tutto muove e
in cui tutto converge, c’è il Teatro Lirico di Milano, simbolo del vicendevole
amore tra Gaber e il pubblico milanese, e che oggi porta il suo nome Teatro
Lirico Giorgio Gaber. Riccardo Milani racconta Gaber attraverso il ricordo
personale della figlia Dalia e delle persone storicamente a lui più vicine, ma
anche con le testimonianze di colleghi e artisti che lo hanno vissuto e amato.
Una galleria di personaggi che comprende Gianfranco Aiolfi, Massimo Bernardini,
Pier Luigi Bersani, Claudio Bisio, Mario Capanna, Francesco Centorame, Lorenzo
Jovanotti Cherubini, Ombretta Colli, Paolo Dal Bon, Fabio Fazio, Ivano Fossati,
Dalia Gaberscik, Ricky Gianco, Gino e Michele, Guido Harari, Paolo Jannacci,
Lorenzo Luporini, Roberto Luporini, Sandro Luporini, Mercedes Martini, Vincenzo
Mollica, Gianni Morandi, Massimiliano Pani, Giulio Rapetti – Mogol, Michele
Serra.
«Giorgio Gaber – dice Riccardo Milani – è stato una
persona importante della mia vita. Da piccolo mi ha divertito con l’allegria di
“Goganga”, “Il Riccardo” o “La Torpedo blu”, e dal liceo in poi mi ha fatto
alzare la testa e avere uno sguardo sul mondo segnando il mio percorso di
formazione. Raccontarlo per me è stato soprattutto un modo per ringraziarlo per
tutto quello che nei decenni mi ha dato e, soprattutto, ha dato a tutti noi». Gaber è stata una voce importante per tutti, capace
di anticipare tutto quello che in questi decenni si è avverato, prevedendo che
l’ideologia del mercato avrebbe schiacciato oggi tutte le altre, segnando una
disperata continuità tra lui e Pier Paolo Pasolini. Per questo, continua
Milani, «tra le rarissime certezze della vita, ce n’è
sicuramente una: Gaber ci serve ancora e ci serve adesso». «È stato un lavoro lungo e intenso, al quale la
Fondazione – aggiunge Paolo Dal Bon, Presidente della Fondazione Gaber – ha
partecipato rimanendo sempre vicina al regista e alla troupe. Abbiamo avuto il
privilegio di assistere ad un vero e proprio lavoro cinematografico, il vero
cinema applicato al racconto della storia artistica e della vita di Giorgio
Gaber, che ci auguriamo possa restare a disposizione di tutti per sempre,
proprio come i film classici. Un’opera realizzata con grande passione, rispetto
e ammirazione per la figura di Gaber, come se fosse in qualche modo sempre
presente, come se aleggiasse sul lavoro di tutta l’equipe».