Io e Anna, tra cuore e ragione
Barbora Bobulova
Protagonista di “Studio Battaglia”, il legal drama del martedì di Rai1, e presto sul set del nuovo film di Nanni Moretti, l’attrice slovacca naturalizzata italiana si racconta al RadiocorriereTv. Nella vita, come nel lavoro, per lei la parola chiave è empatia: «Cerco sempre la complicità, non la metto mai sulla competizione. Per me è importante essere in buoni rapporti, creare energia positiva»
Il suo pubblico ha ormai conosciuto Anna, come sono stati i primi commenti che ha ricevuto?
Non uso i social, non sono molto connessa (sorride), il mio feedback nasce da un contatto più diretto, quello degli amici, dei fans, che incontro al mercato, al bar, sotto casa, ed è stato positivo.
Ci parla del suo incontro con il copione e con il suo personaggio?
Dopo aver visto la prima stagione della versione inglese, un prodotto perfetto, l’idea del confronto mi dava un po’ di timore. Ma a un certo punto si deve andare oltre, perché siamo in un’altra realtà, diversa, sia dal punto di vista giudiziario che familiare. Senza nulla togliere alla serie inglese noi siamo riusciti a dare un elemento in più, il calore. Forse perché ci sono più situazioni sentimentali, cosa che ritengo un valore aggiunto. C’è maggiore umanità. La serie britannica è un po’ fredda, prevalgono gli spazi degli uffici, la nostra fa vedere il focolare, la casa, in cui, nel caso di Anna, si sgretolano le certezze in cui credeva, situazione con la quale deve fare i conti.
Anna tiene uniti saldamente il cuore e la ragione, anche nel lavoro, quanto si riconosce in lei?
Nel modo di approcciarsi agli altri, al lavoro, mi assomiglia molto. Anch’io ho bisogno di entrare in empatia con i colleghi, con il regista, è una cosa che mi aiuta moltissimo. Cerco sempre la complicità, non la metto mai sulla competizione. Per me è importante essere in buoni rapporti, creare energia positiva, un ambiente sereno in cui empatizzare con gli altri, proprio come fa Anna con i clienti e con gli avversari. Penso che se ci fossero più persone così in tutti gli ambienti il mondo sarebbe migliore, un po’ più umano.
Avrebbe mai fatto l’avvocato?
Non credo, in questo sono distante anni luce da Anna. Non sarei in grado, per certi versi sono abbastanza insicura. Penso che serva maggiore freddezza, un po’ di pelo sullo stomaco, credo che non avrei mai vinto una causa (sorride). È un mestiere che non avrei mai scelto.
Amori che nascono, altri che finiscono, non da avvocato ma da donna, quando si capisce che un sentimento è un amore vero?
Credo che un vero amore si riconosca dal fatto che non riesci a stare senza una persona, quando ne senti la mancanza. Credo che ci si possa innamorare pochissime volte nella vita, l’amore vero non capita spesso.
Una storia in cui le donne sono le vere protagoniste, che rapporto è nato con le sue colleghe di lavoro?
Molto bello. Con Miriam (Dalmazio) e Marina (Occhionero), le mie sorelle nella serie (Nina e Viola), abbiamo una chat che abbiamo chiamato “sisters”, in cui passa di tutto, c’è anche tanto gossip (sorride). La mia vita sociale ce l’ho, ma con le persone che incontro sul mio cammino, con le quali mi piace mantenere i rapporti. È nata una bella amicizia, essendo la più grande, la “sorella” maggiore, cerco di dare anche qualche consiglio utile per la loro carriera, che sicuramente sarà fortissima, perché sono due bravissime attrici. Ci confrontiamo sulle cose della vita quotidiana, sui provini, sui registi.
Gli ultimi due anni hanno stravolto le nostre vite, nuove consapevolezze, nuove paure, ma anche nuova forza, cosa ha rappresentato per lei questo periodo?
C’è stanchezza mentale, come credo accada alla maggior parte delle persone. Dopo questi due anni ritrovarsi con una guerra in corso è un colpo che non mi sarei mai aspettata. Mi chiedo quando finirà tutto questo. A preoccuparmi è il fatto che un po’ mi sono adagiata anch’io in questa solitudine, in questo modo di parlarci solo al telefono, con le piattaforme: c’è sempre un filtro con le altre persone. Sono molto ligia al dovere, alle regole che ho sempre rispettato, e tutt’ora sono molto prudente, anche perché mi rendo conto che il virus non è sparito. Ci deve essere una via d’uscita, un giorno in cui si tornerà di nuovo a stare con gli amici a fare gli aperitivi, a invitare a cena le persone. Tutto questo l’ho un po’ abbandonato.