In Giro per l’Italia

«Il Giro d’Italia unisce due delle più grandi eccellenze del nostro Paese: la bellezza del territorio e lo sport più popolare. Esserne il punto di riferimento radiotelevisivo è, per tutti noi, motivo d’orgoglio». Con queste parole, l’Amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, ha presentato il palinsesto aziendale dedicato alla 102ma edizione della “corsa rosa”, in programma dall’11 maggio al 2 giugno prossimi. La partnership tra Rai e Giro, che dura da 66 anni, si rinnova dunque anche quest’anno, per seguire, pedalata dopo pedalata, “la gara ciclistica più dura del mondo nel Paese più bello del mondo”, come disse Chris Froome , vincitore dell’anno scorso. Uno spettacolo nazionale e popolare, amato da milioni di uomini e donne che, oltre ad affollare le strade percorse dalle tappe, guardano con grande interesse le dirette tv e i programmi dedicati. Rai, ancora una volta, da broadcaster, garantirà la diffusione delle immagini in 198 Paesi del mondo, raggiungendo un pubblico di 900 milioni di persone. Il Giro dunque è un biglietto da visita prestigioso e l’impegno della Rai è enorme per garantire un’altissima qualità. «Per questo motivo – ha spiegato Salini – non ci limiteremo al solo racconto sportivo perché sarebbe riduttivo. Daremo il giusto spazio agli uomini che del Giro sono protagonisti e alle loro storie, ma anche alla cultura e alla storia dei luoghi che la corsa attraverserà e che del Giro sono protagonisti al pari dei ciclisti». Sempre più Media Company, Rai offrirà questo grande evento in tv, alla radio, sul web, sui social. Oltre a Rai Sport HD (canale 57 del digitale) e a Rai2, impegnate per raccontare quotidianamente la “corsa rosa” come ci spiega il direttore di Rai Sport Auro Bulbarelli nell’intervista a lato, anche Rai Cultura, per il sesto anno, è coinvolta per precorrere i luoghi delle tappe. «Un modo – come ha spiegato la direttrice Silvia Calandrelli – per viaggiare, conoscere il nostro meraviglioso territorio, le straordinarie storie ad esso collegate e i suoi personaggi». “Viaggio nell’Italia del Giro”, a cui sta già lavorando la squadra guidata da Edoardo Camurri, andrà in onda ogni giorno su Rai2 alle 14.00 e in replica su Rai Storia alle 18 e 30. Anche sulla Radio, ogni giorno, sono previsti servizi, programmi approfondimenti per raccontare un pezzo di Paese reale. Infine, su tutti i media, ci sarà spazio per iniziative particolari legate agli anniversari di nascita o di morte di Fausto Coppi, Leonardo da Vinci e Indro Montanelli. Insomma, una grande avventura, appassionante come la lotta per la maglia rosa.

AURO BULBARELLI – INTERVISTA

«Per la prima volta nella storia, non staccheremo mai la spina al Giro d’Italia. Saremo sempre e comunque “live” per dare delle notizie ai nostri telespettatori». Così il direttore di Rai Sport, Auro Bulbarelli a proposito del 102° Giro d’Italia che prende il via l’11 maggio su Raisport HD, Rai2 e Rai Cultura ma anche su Rai Radio e su tutte le piattaforme digitali.

Auro Bulbarelli, il tuo primo giro da direttore…

Sì, è un ritorno che mi dà orgoglio perché il primo Giro d’Italia lo feci esattamente 30 anni fa, come collaboratore della “Gazzetta dello Sport”. Era il 1989. Ritrovarsi nel 2019 in questa veste mi dà emozione, ma nello stesso tempo mi spinge a dare il massimo come contributo per far sì che il lavoro della Rai sia al top.

Cosa prevede il palinsesto Rai per la 102ma edizione del Giro?

Per la prima volta nella storia, non staccheremo mai la spina al Giro d’Italia. Incominceremo un’ora o mezz’ora prima della partenza con la diretta dal villaggio e, senza soluzione di continuità, arriveremo fino alle 13 e 15, momento in cui arriveranno le prime immagini in diretta dal segnale internazionale. Non ci saranno più riempitivi sul canale come negli anni scorsi, daremo tutto in diretta e cercheremo di occupare lo spazio precedente alla tappa nel miglior modo possibile. Saremo sempre e comunque “live” per dare delle notizie ai nostri telespettatori.

Su che Rete?

Rai Sport HD dalle 11 e 30 alle 14 e 30 e poi su Rai2.

Chi saranno i colleghi che seguiranno il Giro?

La novità principale è che Alessandra De Stefano, nostra signora del ciclismo da più di dieci anni, non sarà al Giro quest’anno perché l’ho voluta nella mia squadra di direzione. Al suo posto, nel “Processo alla tappa” ci sarà Marco Franzelli, uno dei volti e delle voci storiche della Rai. Seguiva già i Giri negli anni ’80, ha deciso di accettare questa sfida e sono convinto che farà molto bene.

Le dirette e i commenti a chi saranno affidati?

Al mattino ci saranno Tommaso Mecarozzi, Beppe Conti, Stefano Rizzato ed Ettore Giovannelli per le interviste. Naturalmente saranno ospiti i corridori che stanno per prendere il via e altri personaggi che incontreremo al Villaggio. Antonello Orlando torna al Giro, che ha seguito tanti anni per la Radio, e sarà in studio a partire dalle 12,30 sul traguardo in compagnia di altri ospiti e nostri opinionisti. Alla telecronaca quest’anno ho voluto Andrea De Luca, che ha trascorso tanti anni al Giro sulla motocicletta. Al suo fianco avrà, come voce tecnica, Alessandro Petacchi e, novità di quest’anno, lo scrittore Fabio Genovesi, che ha accettato con entusiasmo questa proposta. Sarà colui che spazierà tra la cultura, la geografia e le curiosità di tutto questo meraviglioso viaggio che è il Giro. Infine, cronisti dalle moto saranno Francesco Pancani e Marco Saligari.

La novità di Fabio Genovesi significa che per te il Giro è anche un modo per raccontare l’Italia e le sue meraviglie…

Il giro è un viaggio, è un’avventura. Non è solo bicicletta, ma è una pagina del nostro Paese. Poi, raccontato dalla Rai, è qualcosa di storico, che fa parte dell’essenza della nostra azienda. Non a caso, la prima diretta della Rai in assoluto, fu la partenza del Giro nel 1953.

Saranno coinvolti anche il Web e i Social?

Come no. Il Web sarà gestito tutto dalla vicedirettrice di Rai Sport Alessandra De Stefano. Sono previste la diretta integrale Web, l’interazione con i Social e un’altra cosa bellissima sarà l’opportunità per gli utenti da casa di scegliersi i punti di vista. Cioè, avremo quattro uscite delle telecamere e, tramite il mouse, si potrà scegliere quale telecamera guardare. Non è una novità assoluta, ma credo che la qualità di quest’anno sia molto superiore al passato. Il tutto sul sito di Rai Sport e su Rai Play.

Che Giro ti aspetti?

Abbiamo il nostro grande Annibali che torna a misurarsi con gli stranieri e la nostra speranza per la classifica è riposta su di lui. Purtroppo l’altro grande italiano per le corse a tappe, il sardo Fabio Aru, non è in condizione e difficilmente potrà essere della partita. Però non vorrei fare un discorso nazionalistico o campanilistico, io mi auguro che, così com’è avvenuto gli altri anni, sia una corsa incerta fino alla fine e spettacolare. Poi, vinca il migliore.

Nei giorni scorsi Bettiol ha vinto il Giro delle Fiandre…

Bettiol ci ha letteralmente fatto sobbalzare per la sua impresa. Però è e rimane un corridore da corse di un giorno, quindi non so se la sua squadra deciderà di schierarlo anche al Giro. Se dovesse venire, sarebbe una celebrità per quello che ha fatto, ma non lo vedo competitivo per la Maglia Rosa.

Quali saranno le tappe più spettacolari?

Sono nell’ultima settimana, con varie asperità, con le Dolomiti e non solo quelle. La Rai presenterà dirette integrali: nelle tappe di montagna dell’ultima settimana saremo sempre in diretta con le immagini in movimento.

Sei stato la voce del ciclismo per molti anni. Non hai un po’ di nostalgia per quel ruolo?

A me la nostalgia viene un giorno all’anno: quello della Milano-Sanremo. È una corsa che seguivo con mio papà fin da quando ero ragazzo e in quel giorno mi piacerebbe essere al microfono. Ma questa data è già passata…

Qual è il giro che ricordi con più emozione?

È quello del 1998, la vittoria di Marco Pantani. Ero sulla moto a fare il cronista insieme a Gianni Cerqueti.

A proposito di grandi campioni, quali ti sono rimasti nel cuore?

Pantani è un libro a parte. Ho avuto la gioia e l’onore di commentare il Giro che ha vinto ed ero sulla moto anche l’anno successivo, quando poi venne squalificato ed estromesso dalla corsa. Fu una pugnalata al cuore non solo per Marco, ma per tutti gli appassionati di ciclismo. Quel 5 giugno del ’99 fu una data drammatica. Gli altri personaggi che ricordo sono i campioni del mondo che ho avuto il piacere di commentare, da Cipollini a Ballan, a Bettini. Devo dire che questi appuntamenti, soprattutto i campionati del mondo, mi sono rimasti nel cuore.

Con Davide Cassani hai diviso anche il microfono. Che rapporto hai con lui?

Ottimo, è il mio fratello maggiore e ci sentiamo regolarmente. Gli ho chiesto consigli quando sono diventato direttore e lui me li ha puntualmente dati. Sarà anche lui al Giro d’Italia come ospite fisso al “Processo alla Tappa”.

Qual è il segreto del successo del Giro d’Italia, che seguono tutti, non solo gli appassionati di ciclismo?

Qui un po’ di merito me lo do, nel senso che già 20 anni fa facevo le telecronache dando uno spunto anche extraciclistico e devo dire che anche il Tour de France sta ora seguendo questa linea. Il Giro è un viaggio, non è solo una corsa ciclistica. E sta nella bravura del telecronista e di chi sta accanto a lui accompagnare i telespettatori in questo percorso.

Unico grosso neo nel mondo del ciclismo è il doping. Cosa ne pensi?

Penso che ogni periodo storico ha avuto i suoi problemi. Gli aiuti farmaceutici sono vecchi quanto lo sport. Obiettivamente tra gli anni ’90 e il 2000, con le manipolazioni sanguinee, ci sono stati eventi molto brutti che hanno portato all’eliminazione di, faccio un nome per tutti, Armstrong che vinse sette Tour de France e adesso è sparito dagli albi d’oro. Però va preso come una storia non dico inevitabile, ma quasi. Nel senso che, pur di vincere, alcuni professionisti hanno deciso di sottoporsi a queste pratiche, ovviamente condannabili. Credo però che questo sia accaduto non solo nel ciclismo, ma anche in altri sport, come l’atletica leggera, gli sport culturistici, quelli di forza tipo il sollevamento pesi. Quando la medicina può influire tanto, alcuni ne approfittano. Però, per fortuna, nel ciclismo già da qualche anno la situazione è profondamente cambiata.

Per concludere, direttore, ricorda il primo appuntamento televisivo con il Giro ai nostri lettori?

Sarà la presentazione delle squadre, sostanzialmente anche quella del Giro, da Piazza Maggiore a Bologna, che noi daremo in diretta giovedì 9 maggio in prima serata su Rai Sport HD. Dopo questa bella festa, sabato 11 ci sarà la prima tappa con l’ascesa a San Luca, luogo storico e bellissimo e, se ci verrà confermato da Rai 2, avremo in diretta l’arrivo serale, non pomeridiano. L’ultimo corridore, infatti, taglierà il traguardo su San Luca intorno alle 20.

IL PERCORSO

Un tracciato di 3518,5 chilometri, tutto in territorio italiano, con un solo piccolo sconfinamento nella Repubblica di San Marino. 21 tappe, con partenza sabato 11 maggio da Bologna e arrivo domenica 2 giugno a Verona. Sono 167,5 i chilometri medi per tappa e sono previsti ben sette arrivi in salita. Oltre a tre crono individuali, ci saranno sei tappe di bassa difficoltà, sette di media difficoltà e cinque di alta difficoltà. Tra queste, imperdibili, nell’ultima settimana, il tappone alpino (5700 metri di dislivello) durante il quale i ciclisti scaleranno, tra gli altri, il Passo Gavia e il Mortirolo dal mitico versante di Mazzo di Valtellina, e il tappone dolomitico (5000 metri di dislivello) nell’incantevole scenario delle montagne patrimonio Unesco. La tappa più lunga (237 km) sarà quella da Ivrea a Como, che comprende anche l’arrampicata sul celebre Ghisallo. Alcuni giorni, poi, avranno oltre a un valore sportivo, anche un significato simbolico. Prima fra tutte la settima tappa che arriverà a L’Aquila, in occasione del decimo anniversario del devastante terremoto del 2009. E ancora la terza tappa, con partenza da Vinci, in onore del genio Leonardo, la seconda con arrivo a Fucecchio, per ricordare Indro Montanelli, l’ottava con arrivo a Pesaro, città natale di Gioacchino Rossini, l’undicesima con il traguardo a Novi Ligure, vicino alla casa dove Fausto Coppi visse con la “Dama Bianca”, solo per citarne alcune. Secondo tutti gli esperti, sarà un Giro competitivo e interessante, in cui gareggeranno ciclisti molto titolati: dal nostro Vincenzo Nibali, vincitore nel 2016, a Tom Doumoulin, vincitore nel 2017, e a Alejandro Valverde, campione del mondo. Tutto è pronto, Rai compresa. Il Giro d’Italia può iniziare e, naturalmente, che vinca il migliore!