Immaginazione, la mia parola vincente

Marco Liorni

Tutti i giorni alle 18.45 su Rai 1 torna “Reazione a catena”, il game show dell’estate che mette alla prova la padronanza della lingua italiana di concorrenti e telespettatori. Il conduttore al RadiocorriereTv: «Per vincere nel gioco come nella vita bisogna pensare e sentire da squadra togliendo più possibile di mezzo l’ego»

Si riparte, quali sono le novità di questa stagione?

Innanzitutto ritroviamo il pubblico in studio, ed è la cosa più bella. Per due anni lo abbiamo avuto solo collegato da remoto, persone nei confronti delle quali siamo comunque grati perché non ci hanno fatto sentire soli. Avremo una nuova scenografia e poi, altra novità, andremo in onda anche oltre l’estate, sino a fine ottobre, sentiremo i profumi dell’autunno (sorride).

“Reazione a catena” va in onda da Napoli e lei vive a Roma, cosa prova ogni anno al suo ritorno all’ombra del Vesuvio?

È come andare ad aprire la casa delle vacanze, ritrovi i vicini, le persone che conosci. A Napoli mi trovo molto bene, in città come con il gruppo di lavoro nel centro di produzione. E poi ritrovo gli autori, la redazione. Ogni anno è un ritorno in un luogo che mi è caro.

In quali occasioni Marco Liorni attiva la sua reazione a catena?

È tutta una reazione a catena (sorride). Sono molto riflessivo e così, quando finisce la giornata e sono a letto a luce spenta, oppure quando guido o cammino, penso a ciò che mi è successo e arrivano flashback a catena, sono reazioni legate ai ricordi. Ma siccome oltre a riflettere sono abituato a immaginare, ogni cosa me ne fa venire in mente un’altra. Ogni volta che arrivo in redazione tutti si chiedono cosa possa essermi inventato venendo da casa. Le mie reazioni a catena sono anche un po’ temute dal gruppo di lavoro (ride). Anche a “Italia sì” siamo tutti molto creativi.

Da studente che rapporto aveva con la lingua italiana?

Ho avuto la fortuna di incontrare dei professori che mi hanno fatto amare la lingua. Penso all’insegnante di lettere Antonio Pretoni, al quale devo tantissimo. A proposito di reazioni a catena, anche a lui piaceva molto immaginare e apprezzava il pensiero divergente, passava da una cosa all’altra trovando legami molto creativi. Con Dante, Manzoni, tutta la letteratura, trasmetteva l’amore per una lingua bellissima, piena di storia e sfumature. Dentro a “Reazione a catena” c’è la lingua italiana, ma c’è soprattutto l’associazione di parole, che è molto legata agli stati d’animo, alle esperienze di ognuno. Ai ragazzi che partecipano consiglio sempre di sentirsi liberi, di dimenticare di essere in televisione, il gioco. Più si immagina e più ci si avvicina alle soluzioni.

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