Il sesso degli Angeli

Cinema

Il film è la storia di don Simone, prete di provincia che eredita un bordello in Svizzera. Dal 21 aprile sul grande schermo la quattordicesima commedia di Leonardo Pieraccioni. Protagonisti, insieme all’attore-regista toscano, Sabrina Ferilli e Marcello Fonte

A quattro anni da “Se son rose” Leonardo Pieraccioni torna al cinema con una nuova divertente commedia scritta con Filippo Bologna, interpretata insieme a Sabrina Ferilli, Marcello Fonte e Massimo Ceccherini. Pieraccioni è Don Simone, sacerdote di provincia che riceve una fantastica notizia: l’eccentrico zio Waldemaro (Ceccherini) gli ha lasciato in eredità un’avviatissima attività in Svizzera attraverso i cui proventi potrà risollevare le sorti economiche del suo oratorio. Solo al suo arrivo a Lugano, accompagnato dal sacrestano Giacinto (Marcello Fonte), il prete scoprirà di avere ereditato un bordello in cui lavorano cinque splendide ragazze: Margò (Gabriela Giovanardi), Ameriga (Eva Moore), Bella (Maite’ Yanes), Alessia (Valentina Pegorer) e Mimì la muta (Giulia Perulli). A gestire la casa d’appuntamento è l’affascinante Lena (Sabrina Ferilli). “Sia con ‘Il sesso degli angeli’ che con il mio precedente ‘Se son rose’ mi sembra di essere tornato ai miei esordi – afferma Pieraccioni – sono film nati più facilmente degli altri, si tratta in entrambi i casi di storie pensate e girate con grande libertà. Questa volta credo che anche il copione ne abbia risentito in meglio mentre invece in passato, nel tentativo di raggiungere un risultato di pubblico importante, c’era stata maggiore fatica nella scrittura alla ricerca, qualche volta, di ripetere meccanismi che avevano precedentemente funzionato”. Prodotto da Levante e Rai Cinema, distribuito in 400 copie da 01, il film sarà nelle sale a partire da giovedì 21 aprile. Di seguito stralci dell’intervista al regista realizzata dal produttore cinematografico.

Dove ci porta la sua nuova pellicola?

Raccontiamo un prete in trincea, quelli degli oratori, non quei graduati a cui ci si affeziona davvero poco. Lo abbiamo fatto attraverso le vicende di Don Simone, il mio personaggio, sacerdote “di frontiera” di una piccola cappella toscana, che vediamo all’inizio alle prese con mille difficoltà per tirare avanti in un momento in cui i refettori e gli oratori sono da tempo deserti e mentre cerca, come può, di invogliare a frequentare la comunità cristiana i ragazzi del suo paese troppo distratti dal mondo dei social. Al suo fianco il fedele sacrestano Giacinto (Marcello Fonte).

Un bel giorno però Don Simone riceve una notizia…

Quella dell’eredità lasciatagli da un eccentrico zio piuttosto sui generis, Valdemaro (Massimo Ceccherini) una casa, a Lugano, con un’attività molto redditizia ma non meglio specificata. Una volta informato del lascito, don Simone riunisce i parrocchiani dicendosi felice di poter aiutare la sua comunità con l’inaspettato denaro in arrivo e convinto di poter comprare tutto il necessario per attirare i ragazzi a fare sport si precipita col fido Giacinto in Svizzera ignaro di tutto quello che lo aspetta.

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