Il pubblico vuole coerenza

Sigfrido Ranucci

La squadra di “Report” torna in prima serata su Rai3 da lunedì 25 ottobre. Il programma, ideato nel 1994 da Milena Gabanelli, è sempre più punto di riferimento per la grande platea televisiva. Il RadiocorriereTv ha incontrato il conduttore: «La ricerca della verità è una missione alla quale non dobbiamo sottrarci»

@ Dario D’India

Da dove riparte il viaggio di “Report”?

Riparte allungando il viaggio, faremo 28 puntate, quattro in più rispetto allo scorso anno. Nel corso delle stagioni gli appuntamenti con “Report” sono quasi raddoppiati, siamo molto soddisfatti anche dei risultati ottenuti dai rimontaggi di puntate già andate in onda trasmessi nel corso dell’estate. Questo ci dice che se fai un prodotto fatto bene, dura nel tempo. Siamo un po’ il contrario del cash and carry della televisione (sorride).

Con quale argomento aprirete la nuova stagione?

Parleremo del caso AstraZeneca: il disastro della comunicazione, l’impatto sulla campagna vaccinale, i veri costi per l’Italia e per l’Europa. Ricostruiremo, con testimonianze esclusive, il caso del vaccino più discusso. Faremo vedere cosa non ha funzionato nella comunicazione, ma soprattutto nel coordinamento degli uomini di scienza. Sarà un’inchiesta che farà un po’ discutere. Lo dico subito, non sono un no vax, prima che ricomincino ad accusarmi di questa falsità, ma sono uno che, pur credendo nel vaccino, se ci sono delle criticità da raccontare facendo il giornalista vuole essere libero di farlo per diritto-dovere di informare la gente. Se da me qualcuno si aspetta scelte per opportunismo, sono la persona più sbagliata.

Dopo AstraZeneca di cosa vi occuperete?

Torneremo sul caso dell’incontro tra Renzi e Mancini all’autogrill. Dopo che ha parlato Renzi, dopo che ha parlato l’insegnante, siamo riusciti a trovare Mancini, che è la prima volta che appare in Tv. Il tema è che cosa si siano detti in quei quaranta minuti, questo ancora nessuno ce l’ha raccontato. Poi andremo su un vecchio cavallo di battaglia di “Report”, il rapporto dell’OMS ritirato, lo faremo con nuovi documenti che mostreranno cosa effettivamente è successo nei giorni in cui veniva ritirato il rapporto del ricercatore Zambon sulla gestione del virus da parte del governo italiano. Continueremo quindi a mantenere il faro sulle operazioni dei commercialisti vicini ai partiti e a occuparci delle stragi del 1992, ma con una nuova visione: dopo le stragi, la ‘Ndrangheta e Cosa Nostra si sono riunite sotto un’unica cupola occulta dal nome Cosa Nuova. “Report” ha intervistato alcuni componenti dei vertici, emerge un nuovo sistema criminale che attraverso la massoneria deviata, politici, imprenditori e servizi di sicurezza, ha creato un’impressionante ragnatela. Tanto per non dimenticare torneremo anche sui mandanti della strage di Bologna, perché ci sono delle novità. Parleremo quindi della famosa loggia Ungheria e ci occuperemo anche di come sono state governate le ferrovie italiane in questi anni.

Continua a leggere sul RadiocorriereTv N. 43 a pag. 14