Il mio amore per Suor Angela

ELENA SOFIA RICCI

«La serie è arrivata alla sua settima edizione, ormai è un appuntamento tenero e rassicurante per chi ci segue da tanti anni. Ci sarà tanto da ridere, ma anche da versare molte lacrime» afferma l’attrice toscana che sulla suora più “peccatrice” della Tv afferma: «Mi è entrata nel cuore, non riuscivo a separarmi da lei. Ora sono orgogliosa di passare il testimone a Francesca Chillemi». Il giovedì in prima serata su Rai 1

“Che Dio ci aiuti” rappresenta la primavera della Tv…

In questo inizio d’anno di Rai 1 ci sono tante primavere, mi pare (ride). Questa serie è arrivata alla sua settima edizione, ormai è un appuntamento tenero e rassicurante per chi ci segue da tanti anni. Chi scrive le sceneggiature lo sa fare molto bene, penso che, anche questa volta, ci sarà tanto da ridere, ma anche da versare molte lacrime. Ci si emozionerà, si rifletterà sul nostro modo di vivere, sull’amore e anche sulla spiritualità.

Qual è il sentimento che lega il pubblico e tutti i personaggi della serie?

È il sentimento più importante, l’amore fra le persone, la possibilità di saper perdonare e offrire una seconda possibilità a chi sbaglia. “Che Dio ci aiuti” ha cambiato molta gente perché, a parte il divertimento e la simpatia, questi personaggi sono così meravigliosamente imperfetti. Suor Angela è un’impicciona, una peccatrice, i suoi “difetti” però ce la rendono così umana. Allo stesso tempo è una donna di grande fede, che ha improntato tutta la sua vita sull’amore. È questa l’onda che arriva nei cuori delle persone a casa. Ricevo moltissimi messaggi di ringraziamento dai fan, c’è un legame speciale, si sentono consolati.

Un passaggio di testimone importante, il maestro che consegna il suo dono all’allievo…

Io ho avuto tanti maestri nella mia carriera, da loro ho imparato molto. In questa epoca della mia vita professionale ciò che mi piace di più è restituire ai giovani che si affacciano a questo mestiere quello che mi è stato dato. Ora sono a teatro con “La dolce ala della giovinezza” (dal testo di Tennessee Williams), circondata da ragazzi ai quali posso offrire qualcosa di me. È sempre motivo di grande felicità “sostenere” i colleghi giovani e quando mi è capitato di dare consigli tecnici smart, sul modo di uscire dalle difficoltà della recitazione, vedere le loro reazioni quando comprendono i trucchi del mestiere per me è una gioia incredibile.

… e Francesca Chillemi?

A lei passo con molta gioia e orgoglio il testimone. In questi anni l’ho vista crescere, passare da ragazza inesperta a donna, mamma e attrice sempre più brava e sensibile. Quando lavoro con lei riesco a esprimere doti che non ho mai avuto.

In questa serie c’è uno sguardo “diverso” sul femminile?

C’è una grande attenzione verso il femminile, in queste sette stagioni si sono affrontati temi difficili, come la violenza sulle donne, gli abusi e le manipolazioni. Nonostante il tono sia quello della commedia, abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo su questo femminile ferito.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.03