Il Metodo Fenoglio
Una vicenda epica, un protagonista, che crede in quello che fa e cerca di farlo a tutti i costi, pur restando nei confini che lui stesso si è scelto. E questi confini si chiamano Legge. Da lunedì 27 novembre, in prima serata su Rai 1, Alessandro Casale dirige la nuova serie crime con Alessio Boni
“Il Metodo Fenoglio” racconta
una vicenda epica nella storia italiana con toni intimi e delicati, un viaggio
all’interno di una “zona grigia” dove diventa difficile, se non impossibile,
distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Il
maresciallo piemontese Pietro Fenoglio si muove nella Bari degli anni Novanta,
è uno degli esponenti di spicco del Nucleo Operativo dell’Arma dei Carabinieri,
dotato di acuto istinto investigativo e spinto nelle sue azioni da un profondo
rispetto per la legge e la verità, anche quando la sua apertura umana nei
confronti dei criminali lo porta in diretto conflitto con i superiori. Durante
le sue ultime indagini Fenoglio ha cominciato a nutrire un sospetto che lo sta
ossessionando. È, infatti, convinto che la criminalità locale non sia più
composta solo da un manipolo di bande rivali, ma che sia nata una vera e
propria mafia barese. Eppure, le sue indagini personali non trovano ancora
riscontri pratici e vedono l’opposizione del suo superiore, il colonnello
Valente. Nei giorni successivi all’incendio doloso del Teatro Petruzzelli,
cuore pulsante della città di Bari, la tensione è alle stelle: agguati,
uccisioni e casi di lupara bianca creano un clima di terrore che rende
impossibile la vita in città. E Fenoglio non riesce a decifrare le ragioni di
quell’esplosione di violenza senza precedenti. Fino a quando non emerge un fatto inatteso e sconvolgente: il
figlio di Nicola Grimaldi, il boss più potente e spietato del territorio, è
stato sequestrato. Durante le indagini svolte in collaborazione con l’appuntato
Pellecchia, i cui modi spicci si scontrano con l’atteggiamento legalitario del
suo superiore, e guidate dalla scontrosa e carismatica PM Gemma D’Angelo,
Fenoglio vuole vederci chiaro. Scopre che il boss ha pagato un riscatto per
riavere suo figlio, ma che il bambino non è mai tornato a casa.
I sospetti di tutti si concentrano su Vito Lopez, ex braccio destro del boss
Grimaldi: la fortissima amicizia che li ha legati per anni è ormai entrata in
crisi e si è risolta in una lotta fratricida e mortale. Ma è davvero Lopez
l’artefice della faida, oppure è solo un ennesimo capro espiatorio in una
guerra criminale senza vincitori né vinti? Una domanda che tormenta Fenoglio,
mentre sul livido orizzonte delle vicende nazionali si consuma l’attacco di
Cosa Nostra al cuore dello Stato con i massacri mafiosi di Giovanni Falcone,
Paolo Borsellino e delle rispettive scorte. La risposta arriverà da un’indagine
diversa da tutte le altre, che porterà a scoprire una verità sorprendente.
Alessandro Casale, regista
Trasporre per immagini in una serie televisiva il romanzo di Gianrico Carofiglio “L’estate fredda” è stato un grande privilegio e allo stesso tempo una sfida elettrizzante. Il mio obiettivo è stato ricostruire il più fedelmente possibile le atmosfere che caratterizzavano Bari, capoluogo pugliese, teatro delle vicende criminali dei primi anni ‘90 del secolo scorso che si dipanano nella serie. Una città in cui il nostro protagonista affronta importanti e delicate indagini nei mesi più caldi della lotta alla criminalità organizzata italiana di quegli anni. Pietro Fenoglio è un personaggio raro, crede in quello che fa e cerca di farlo a tutti i costi, pur restando nei confini che lui stesso si è scelto. E questi confini si chiamano Legge. Per accompagnare il Maresciallo nelle sue complesse indagini ho scelto attori e ambientazioni estremamente legati al territorio, atti a rendere la sua attività investigativa assolutamente credibile, una scelta, per me, necessaria per calare gli spettatori nella cruda realtà di quel periodo. Ho scelto una grammatica di ripresa classica, elegante e decisamente cinematografica per impreziosire questo racconto anche con accenni epici, avvalendomi della collaborazione di ottimi capi reparto artistici per restituire il sapore e il calore della realtà barese di quell’epoca, così affascinante e controversa.