I sogni nelle tasche e le paure da affrontare
Silvia Salemi
E’ uscito il nuovo brano di Silvia Salemi che, con un occhio sempre rivolto alle sonorità attuali, non rinuncia mai alla profondità tipica del cantautorato. «Io sono sempre controcorrente pur essendo una persona molto ordinaria – spiega al RadiocorriereTv – Non cerco scorciatoie e mi complico spesso la vita»
Quali sono “I sogni nelle tasche”?
Sono tutti quei sogni che non hanno nulla a che fare con la parte materiale delle tasche. Noi immaginiamo che una tasca possa essere occupata da danaro, chiavi, oggetti della casa, problemi, pensieri, ma non sogni. Difficile mettere i sogni nelle tasche. In questo momento storico, abbiamo immaginato di riempirle di sogni, che sono la dimensione onirica dell’immaginazione che ci fa vivere meglio e ci fa immaginare il futuro.
Non pesi, nelle tasche, ma sogni. Quali sono i suoi?
I miei sogni sono i sogni di bambina, di cantare, di fare musica. Sognavo il palco dell’Ariston già da quando avevo dieci anni. Sogno realizzabile con l’impegno, la disciplina, la fortuna, quindi sogni vicini e possibili. Poi ci sono i sogni lontani, quelli che aiutano a sopravvivere, a desiderare, a rilanciare il futuro. Penso che ci debbano essere sogni nelle tasche da tirare fuori al momento giusto per realizzare sempre cose nuove.
In questo brano si parla della ricerca della forza interiore per sconfiggere le paure. La pandemia ha aumentato l’incertezza e il timore delle persone? E lei come la vive?
Ad un certo punto sono crollate tutte le nostre sicurezze. Non eravamo più cittadini liberi, ma chiusi in una clausura sanitaria, quasi una scelta obbligata. Abbiamo vissuto tutti un grande assurdo logico. Abbiamo fatto spazio a cose più importanti, con tante privazioni che hanno inciso sulla nostra quotidianità. Io ho richiesto a tutte le mie risorse tanta pazienza e spirito costruttivo per resistere. Ci sono stati anche momenti di scoramento, credo in tutti, ma ci ha salvato la musica. Nella mia vita mi ha sempre dato la terapia e anche questa volta è stato così dato che i miei due ultimi singoli sono usciti in piena pandemia.
Il video di questa sua canzone è realizzato senza effetti speciali e nessun artificio. Punta tutto sulla canzone e sull’artista?
La richiesta che ho fatto al regista è stata proprio questa, quella di creare un fil rouge tra il precedente video e questo nuovo momento. Fare elaborati al computer è molto semplice, invece proporre immagini semplici, chiare, lineari, essenziali è la vera sfida. Così come nel brano, anche nel video, ho voluto mantenere una linea pulita. Ci vuole più coraggio ad essere lineari che non artificiali.