I Sei Pezzi Facili di Mattia Torre su Rai 3

TEATRO IN TV

Il sabato alle 22 le opere teatrali più famose del commediografo e sceneggiatore romano precocemente scomparso nel 2019. Dal 19 novembre per cinque settimane, si parte con “Migliore” con Valerio Mastandrea, seguiranno “Perfetta”, “Qui e ora”, “456”, “In mezzo al mare”, “Gola”. Il regista Paolo Sorrentino: «Torre è un grandissimo indagatore delle nostre miserie e soprattutto ci ricorda che certe miserie possono essere amate»

Gli amici di una vita, insieme, per portare in scena l’opera dell’amico che non c’è più, Mattia Torre. I “Sei Pezzi Facili”, dal 19 novembre alle 22 su Rai 3, aprono le porte di un mondo in cui la parola, le emozioni, la rappresentazione scenica, diventano un tutt’uno. A dirigere “Migliore”, “Perfetta”, “Qui e ora”, “456”, “In mezzo al mare” e “Gola”, tutti realizzati al teatro Ambra Jovinelli di Roma, il regista premio Oscar Paolo Sorrentino: «Il teatro di Mattia Torre viaggia su un doppio binario, fondamentalmente è comico ma si muove su temi estremamente profondi, delicati e paurosi – afferma il regista – è un teatro estremamente contemporaneo e libero, non schiavo delle derive degli  ultimi tempi, libero nell’uso delle parole, appassionato e coerente  con gli argomenti che esplora. Mattia è stato un grandissimo indagatore di certi nostri vizi e miserie, amandoli e ricordandoci sistematicamente che quelle miserie possono essere amate». Un teatro che ci racconta con ironia e intelligenza. A dare voce e volto ai personaggi sul palcoscenico, gli stessi gli attori chiamati da Torre per le prime rappresentazioni: Valerio Mastandrea, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Geppi Cucciari, Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Carlo De Ruggieri, Giordano Agrusta.   «Mi sono avvicinato al suo teatro con il massimo rispetto e con la voglia di valorizzare e amplificare il suo talento, io come regista mi sono limitato a pochi appigli cinematografici, delle minime ibridazioni, perché con testi e interpreti così ogni aggiunta è superflua – prosegue Sorrentino – Mi manca molto Mattia, e questo lavoro in qualche modo è servito anche a me per poter sentire ancora una volta la sua voce’». Il teatro che incontra il piccolo schermo per dare all’opera di Torre una «divulgazione che solo la televisione e nello specifico la Rai poteva dare» conclude il regista.    Una realizzazione «nella migliore tradizione del Servizio Pubblico, progetto originale, proprio come ‘Esterno notte’ di Bellocchio, che fa della Rai la casa, il laboratorio dei più grandi registi, cineasti, intellettuali, proprio come accaduto in passato con i vari Fellini, Bertolucci, Ronconi, Olmi’», afferma Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai. Per la direttrice di Rai Cultura Silvia Calandrelli Mattia Torre è un classico della contemporaneità: «Non c’è più purtroppo e la missione del Servizio Pubblico deve essere quella di rendere il suo lavoro fruibile per tutti. Gli attori sono quelli che Mattia aveva scelto per interpretare questi pezzi, in teatro, ora la televisione ci consente  di raggiungere più pubblico possibile. E ‘Sei Pezzi Facili’, grazie soprattutto a Paolo Sorrentino, diventa luogo di incontro tra linguaggi diversi, quello teatrale, televisivo e cinematografico». A promuovere il progetto, Francesca Rocca, moglie di Mattia Torre: «Con ‘Sei Pezzi Facili’ e ‘Boris’ in onda è stato fatto un grande regalo per i 50 anni che non ha mai compiuto, ne sarebbe felice. Ho avuto il privilegio di  essere testimone di quindici anni di vita di Mattia, del suo lavoro. I suoi  sono spettacoli di parola, e ogni parola doveva essere recitata come  aveva stabilito lui. Quando abbiamo fatto la celebrazione per lui all’Ambra Jovinelli, l’apertura la fece Lorenzo Mieli e quello che disse, il modo in cui lo disse, un po’ me l’aspettavo perché c’era una fratellanza che durava da anni con Mattia. Poi Paolo Sorrentino ha letto un pezzo che aveva scritto per Mattia e capii che l’aveva fotografato con precisione senza conoscerlo da tutto quel tempo». “Sei Pezzi Facili” sarà disponibile anche sulla piattaforma RaiPlay.

MIGLIORE con Valerio Mastandrea

La storia comica e terribile di Alfredo Beaumont, un uomo normale che, in seguito a un incidente (di cui è causa, di cui sente la responsabilità, e per cui sarà assolto), entra in una crisi profonda e diventa un uomo cattivo. Improvvisamente, la società gli apre tutte le porte: Alfredo cresce professionalmente, le donne lo desiderano, guarisce dai suoi mali e dalle sue paure. “Migliore” è una storia sui nostri tempi, sulle persone che costruiscono il loro successo sulla spregiudicatezza, il cinismo, il disprezzo per gli altri. E sul paradosso dei disprezzati che, di fronte a queste persone, chinano la testa e – affascinati – li lasciano passare. «È stato un viaggio sentimentale, ognuno si è fatto il suo, ognuno ci ha messo dentro quello che sentiva, che provava – dice Valerio Mastandrea – l’idea era quella di confrontarsi con un linguaggio diverso, una messa in scena filmica, e sento di dover ringraziare Sorrentino perché ha portato la sua emozione vicino alla nostra e non sopra la nostra. Ha avuto un approccio sano, lo stesso  che avevamo tutti noi con il lavoro di Mattia. La grossa sintonia che  avevamo umanamente con lui era quella di sentirci fragili, piccoli,  contraddittori: Mattia scriveva da dentro, era un pensatore  rapidissimo, violentissimo, già pensava alla cosa successiva e la  scrittura era un tornare indietro. La sua originalità sta in questo, nel raccontare situazioni ed esseri umani verso i quali, seppur non  aveva nessuna colpa, si sentiva responsabile».   

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