I pesci (combattenti) della Televisione
IDEE PER LA TV
Tra i suoi successi ci sono programmi per il piccolo schermo come “Le Ragazze”, “Onorevoli confessioni”, “Puck” e le conversazioni di “Sette Storie”. Nata nel 2005 è oggi uno dei laboratori televisivi più vivaci e innovativi. Rai RadioLive incontra Cristiana Mastropietro, che insieme a Riccardo Mastropietro e a Giulio Testa guida la società di produzione
Nel 2017 il Financial Times ha inserito Pesci Combattenti nella classifica delle mille aziende europee con il maggior tasso di crescita nel triennio precedente, una bella soddisfazione…
La notizia ci ha sorpresi, emozionati e riempiti d’orgoglio, al tempo stesso ci ha anche spronati a fare ancora meglio. Quando è arrivata era inaspettata, ma eravamo anche consapevoli di essere cresciuti tanto e rapidamente. Non immaginavamo che il Financial Times ponesse questa attenzione sulla nostra azienda.
Come siete arrivati a quel risultato?
Uno dei grossi vantaggi è che facciamo tutto “in house”, dall’ideazione alla confezione finale dei programmi televisivi, passando dalla produzione alla postproduzione. È tutto realizzato in casa, cosa che ci permette di avere un controllo maggiore sul prodotto e di fare realmente ciò che abbiamo in testa, ovviamente assumendocene le responsabilità. Altra caratteristica è che siamo sostanzialmente un’azienda a conduzione familiare, ci sono io, mio fratello Riccardo Mastropietro e c’è Giulio Testa, parente acquisito e insieme a noi socio fondatore, poi ci sono altre persone con cui lavoriamo da tantissimo tempo. L’azienda è un pezzo di noi, siamo una squadra coesa, cosa di cui abbiamo avuto conferma anche nel corso di un anno difficile come quello appena passato.
Pesci combattenti è un laboratorio di idee per la televisione, cosa è cambiato nell’ultimo anno?
Il 2020 ci ha imposto tante riflessioni, quanto accaduto ci ha obbligato a cambiare, a diventare più flessibili, a cercare ogni giorno delle soluzioni per continuare a produrre e a farlo in sicurezza, in osservanza di tutti i protocolli. Una sfida che, a questo punto, mi sento di poter dire che abbiamo vinto. Abbiamo dovuto cambiare l’assetto produttivo, abbiamo spesso lavorato in remoto, ma siamo riusciti, anche grazie alla tecnologia, a farlo.