HERBERT BALLERINA
I miei personaggi, surrogati di me stesso
L’attore è uno dei protagonisti di “Stasera tutto è possibile” ogni martedì alle ore 21.20 su Rai2 e RaiPlay con la conduzione di Stefano De Martino, programma realizzato dalla Direzione Intrattenimento Prime Time in collaborazione con Endemol Shine Italy. La carriera dell’artista, l’origine del nome, il successo con il comedy show in prima serata, nell’intervista al RadiocorriereTv
“Stasera tutto è possibile” si conferma sempre più un successo…
Ci troviamo sempre meglio e credo che il successo provenga anche dal fatto che c’è un gruppo ben affiatato di amici. A me sembra sempre di andare a una festa. È un po’ faticoso perché noi, praticamente, facciamo lo spettacolo anche prima di registrare, dato che arriviamo molto presto.
Cosa succede dietro le quinte?
Di tutto, perché siamo dieci comici insieme. Ognuno cerca di fare la battuta più divertente e non solo in trasmissione. C’è ad esempio chi finisce in un carrello della spesa e ci resta per tutta la puntata, cosa accaduta per davvero all’amico Paolantoni. C’è poi l’abitudine di chiamare una pizzeria o un ristorante di Napoli per poter mangiare tutti insieme alla fine della trasmissione, una cosa che in televisione non capita spesso.
Dà vita a molti momenti esilaranti del programma. Come ci si prepara all’improvvisazione?
L’improvvisazione purtroppo non si può imparare, non si può neanche studiare ma si può allenare. Bisogna avere la fortuna di stare con persone che riescono a recepire quello che si può dare in quel momento e avere un condottiero, che in questo caso è Stefano De Martino, che riesce a fare gruppo in una maniera incredibile. E siccome ci conosce bene, riesce anche a tirare fuori da ognuno di noi il massimo. Stefano è un altro ingrediente fondamentale del successo e con lui siamo totalmente liberi.
C’è un momento di “Stasera tutto e possibile” che non dimenticherà per quanto si è divertito?
Mi diverto sempre molto e sudo anche molto. Lo scorso anno mi sono fatto la radiografia alle costole perché ero caduto dalla stanza inclinata. Quella è stata una cosa indimenticabile, perché sono finito addirittura fuori dalla stanza e credo sia stata la prima volta.
La sua carriera è iniziata grazie a finti trailer. Come le venne quell’idea?
Iniziò tutto con la volontà di prendere in giro i film americani.
Quando ha capito che il suo modo di proporsi al pubblico diverte?
Fin da piccolo ho attratto la risata degli altri. Mi sento schiavo dell’umorismo, anche perché crescendo mi rendevo conto che la gente intorno a me rideva. Ma la vera storia è iniziata quando mi sono proposto cameraman pur di prendere un lavoro. Non ne ero affatto capace, tanto che registrai tutto storto, ma andò bene lo stesso. Iniziai poi a fare l’autore sempre all’interno della casa di produzione in tutti i ruoli possibili immaginabili.
Si sente quindi un comico involontario?
In effetti sì. Dato che non funzionavo dietro la camera, si sono accorti che funzionavo davanti.
È vero che Checco Zalone la cercava per un suo film e che, non trovando un suo agente, le scrisse sui social?
Tutto verissimo. Non avevamo agenti perché si trattava di una factory nostra dove facevamo tutto noi, dal produttore al consumatore. Zalone vedendo quei trailer mi ha scritto sui social e mi ha proposto un film.
Qualche curiosità sul suo nome d’arte? Lei in realtà si chiama Luigi Luciano…
Il nome è nato per i trailer e poi è rimasto. Ci servivano dei nomi buffi da mettere e al posto di Brad Pitt abbiamo creato Herbert Ballerina e ad esempio al posto di Catherine Zeta Jones c’era Catherine J Junior. Nomi nati per scimmiottare quelli altisonanti. E poi ce li hanno appioppati per sempre.
Come definirebbe il suo modo di fare satira e parodia?
In realtà non so bene cosa faccio. Si tratta di personaggi surrogati di me stesso. Iniziamo a inserire anche un po’ degli elementi di satira di costume anche se poi io non faccio satira a livello puro. Mi piace prendere in giro delle cose che ci succedono tutti i giorni.
Come vive la città di Napoli nel tempo libero dal programma?
Ormai sono 4-5 anni che vivo metà a Milano e metà a Napoli dove sto benissimo perché è una città perfetta in cui lavorare, specialmente se devi fare roba comica. Il clima è giusto, la gente ti vuole bene quindi c’è anche questo altro ingrediente. Anche il pubblico in studio è molto caldo e cosa che crea una maggiore energia in noi.
Oltre la sua carriera, quali sono le sue passioni?
Tolto il cinema che è stata sempre la mia grande passione mi piace molto il calcio, mi piacciono gli sport in generale, e poi stare a casa con la mia fidanzata. Insomma, cose normali.
C’è qualcosa nella quotidianità che la fa proprio ridere?
Sarà anche banale, ma la realtà mi fa sempre più ridere. Ci sono momenti che non ti aspetti e a Napoli accadono spessissimo.
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