Goldrake dalla A alla U
Tra le icone pop più rappresentative degli anni Settanta, il robot è il protagonista del nuovo volume di Marco Pellitteri (Rai Libri), che entra nel mondo degli affascinanti personaggi che popolano il cartone: un’analisi mediatica e appassionata dell’eroe sempreverde e del viaggio che lo divide tra il 1975 (1978 il debutto in Italia) e l’odierna versione “U”
Perché un nuovo libro su Goldrake?
A ottobre 2023 il nuovo direttore di Rai Libri, Roberto Genovesi, mi ha contattato proponendomi di scriverlo. In realtà non ci pensavo tantissimo perché affaccendato in altri progetti accademici. Sapevo però che stava per uscire la nuova serie “Goldrake U” e siccome sappiamo che la Rai ebbe il ruolo cruciale nel farlo arrivare a suo tempo in Italia, insieme a tanta altra buona animazione televisiva giapponese, pensai a un libro che facesse il punto tra passato e futuro. Ho sentito il bisogno di parlare del gigante d’acciaio e del suo mondo in maniera più approfondita e più aggiornata, come fenomeno socioculturale in Italia e anche nei contesti di lingua araba. È infatti importante ricordare come “U” sia stato finanziato da una società dell’Arabia Saudita e come nei paesi arabofoni “Goldrake” sia amato da sempre in maniera quasi viscerale, per motivi diversi da quelli per i quali è amato in Italia.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova versione di Goldrake?
Dai due trailer e dai disegni preparatori, e da quelli rifiniti, devo dire che mi sembra ci sia una inevitabile attualizzazione del design rispetto alle mode del presente. Lo trovo adatto ai tempi, anche se forse non del tutto alla mitologia di Goldrake. Il design delle macchine è interessante ed è un misto fra vecchio e nuovo. Nel libro ho espresso pareri critici un po’ più circostanziati: Goldrake è una figura totemica, pacifica, dall’espressione neutrale, non aggressivo o demoniaco. Per quanto riguarda la storia, è inevitabilmente una rivisitazione molto eclettica di vari fumetti, sulla falsariga del canone originario.
Cos’è stato per lei Goldrake?
Un beniamino e un personaggio guida della mia infanzia, come dell’infanzia di tutti i miei coetanei. Un fenomeno intersezionale, interclassista per tutti i bambini italiani, di qualsiasi ceto sociale e situazione familiare. In Italia, come in Libano, Giordania, Siria e in tanti altri paesi in cui è arrivato. Un esempio di valori, di carattere, di abnegazione, di responsabilità, di caratura morale. In un periodo in cui la televisione per ragazzi aveva soprattutto modelli americani, Goldrake colpì il cuore e la mente di molti bambini. Non dico che sia diventato un maestro di vita, però per molti è ancora un piacevole ricordo. Per me, come sociologo, oggi è diventato parte di una costellazione di studi, di analisi.
Quali erano i valori e i linguaggi della Goldrake Generation?
Si tratta di una frase che credo di avere proposto in maniera articolata per la prima volta nel libro “Mazinga Nostalgia” del 1999. I valori delle animazioni sono quelli che ricorrono anche in altri personaggi romantici, un po’ tormentati, che costituiscono una sorta di faro morale anche a livello pedagogico per i bambini. I valori come lo spirito di sacrificio, l’onestà, l’importanza dell’amicizia e della lealtà sopra alle passioni personali. Un senso di responsabilità e di sacrificio che risalgono anche alla narrazione e al trauma collettivo che il Giappone aveva attraversato dopo la Seconda guerra mondiale.
Lei è uno dei più grandi esperti di animazione giapponese. Come nasce questa passione?
Fin da bambino sono sempre stato appassionato di fumetti, di illustrazioni e di animazione. A poco a poco ho cominciato a coltivare queste passioni, prima disegnando, poi con lo studio, iniziando con la grafica pubblicitaria e proseguendo con la carriera accademica. Mi rendo conto di essere un privilegiato perché riesco a parlare di cose che mi piacciono, ma è anche vero che, come sociologo e come esperto, ho incanalato l’argomento dell’animazione e del fumetto giapponese in discorsi più ampi e all’interno di dinamiche più generali, per esempio la distribuzione, il consumo delle forme mediali e dei media creativi a livello transnazionale, la cosiddetta globalizzazione culturale alternativa.
Chi sono i nemici di Goldrake?
La risposta credo sia celata all’interno di ogni appassionato della “Goldrake Generation”. Actarus aveva subito la distruzione del suo pianeta da parte di un invasore sordo a qualsiasi dialogo. Era fuggito ed era arrivato sulla Terra per la quale non voleva lo stesso destino del suo pianeta. Ciascuno può trarre le proprie conclusioni, può creare la propria simbologia, può fare i propri paralleli.