Gli occhi del musicista

Il viaggio di Enrico Ruggeri con artisti che hanno segnato la musica italiana. Dal 12 al 27 dicembre in seconda serata su Rai 2

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Il suo ritorno in televisione un viaggio nella musica italiana…

È un percorso che prosegue. Protagonisti del programma saranno sei grandi cantautori con l’obiettivo, che poi è la battaglia di tutta la mia vita, di divertire facendo cultura. La gente ascolterà delle grandi canzoni che sono nell’immaginario collettivo.

Accanto a lei ci saranno Flora Canto e la sua band…

Lo spirito è quello di proporre un programma non con la classica orchestra Rai che suona i pezzi, ma un riarrangiamento come fosse un concerto dal vivo con ospiti.

Gli ospiti saranno legati alla storia dei protagonisti?

Non necessariamente. Ci sarà un po’ di tutto, anche dei ragazzi, giovani cantautori.

E si disquisirà anche del rapporto tra musica e filosofia…

Ci sarà Matteo Saudino, in arte BarbaSophia, docente di filosofia in un liceo torinese. Molto piacevole da ascoltare. Ci siamo incuriositi e interessati a lui perché avevamo notato che sui social, dove c’è tanta superficialità, c’era un professore che veniva ascoltato in massa raccontando la filosofia.

Come sono e cosa vedono gli occhi del musicista?

A seconda dei musicisti che racconteremo. Vedono la vita di tutti i giorni, l’amore. La canzone italiana ha spaziato su tutti i temi. Avremo sei personaggi diversi l’uno dall’altro.

Nel 2003 pubblicava l’album che ha ispirato il titolo del suo nuovo programma… è trascorso un ventennio…

Vuol dire che la canzone ancora tiene botta.

Il programma racconterà Tenco, Graziani, Bertoli, Endrigo, Cutugno e Califano. C’è una caratteristica, oltre l’eccellenza del loro cantautorato, che li accomuna?

Erano tutti in anticipo sui tempi. Ascoltare alcune loro canzoni è come avere la sensazione che siano state scritte tre anni fa. Nessuno di loro stava seguendo una moda ai loro tempi. Ognuno di questi sei indicava la strada e seguiva il proprio percorso.

Molto particolare è anche la scelta del pubblico, formato da studenti di scuole di musica. Perché?

Tre anni fa ho insegnato Storia della Musica al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Era interessante vedere dei ragazzi, giovanissimi, portati per la musica, che ascoltavano con interesse le mie lezioni. Ho pensato che adesso, in televisione, potesse essere la stessa cosa.

Le nuove generazioni come vivono nomi come Tenco, Bertoli o Califano solo per citarne alcuni?

C’è una spaccatura incredibile. C’è il ragazzino totalmente passivo che vede quello che funziona sulle app dedicate e se lo ascolta, e poi c’è quello che ha una vita interiore completamente diversa e sceglie. Vedo poche vie di mezzo.

Ci saranno delle sorprese?

Grandi musicisti, amici. Nella prima puntata dedicata a Tenco, ci sarà Ron.

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