Giovanni Scifoni

Siamo tutti nella stessa jungla

Talento affabulatorio capace di strappare molto più di una risata, è riuscito a trascinare il pubblico in un luogo davvero affascinante: «dove tutti ci troviamo, la famiglia, la casa, la nostra intimità». E sulla fine del lockdown afferma: «Accoglieremo queste grandi novità con smarrimento e con stupore»

Giovanni, cos’è questa jungla?

È un po’ il luogo dove ci troviamo tutti, la famiglia, la casa, la nostra intimità. Ogni due settimane affrontiamo un tema nuovo, prima c’è stata la quarantena, ora siamo alle prese con le novità della fase2. Staremo molto attenti a come reagisce il mondo alla ripresa anche se, forse, tutta questa voglia di ricominciare non ce l’abbiamo. Tutto sommato non si stava così male, sembrava di vivere in un agosto romano prolungato, quando tutti vanno in vacanza e tu rimani in città, da solo, a innaffiare le piante dei vicini (ride).

Si ricorda l’inizio del lockdown?

Un inizio drammatico, pesante. Ero molto angosciato perché tutte le date a teatro erano state annullate, sentivo colleghi e amici disperati per paura di non riuscire ad andare avanti. Io il mutuo sono riuscito a pagarlo, me la sono cavata perché faccio anche l’autore, oltre a divertirmi con il web. Scherzo molto sulla situazione, ma sono consapevole del dramma che stiamo vivendo.


Come ha costruito la linea narrativa della serie?

Siamo legati all’attualità e al calendario (festività, giorni speciali, scadenze importanti), è la realtà che ci guida. Come gli esploratori del ‘600 in Africa nera, anche noi proviamo a prendere possesso di questa nostra jungla urbana, come dei Levi Strauss vediamo il mondo com’è diventato, come gli Argonauti che arrivano in una terra nuova. La fine della quarantena è come il primo passo sulla Luna: come sarà questo nuovo mondo? Cosa è successo? Mentre noi non c’eravamo, gli altri che cosa hanno fatto? In questa esplorazione nessuna sa cosa succederà, lo scopriremo insieme.

Ci sarà più stupore o dispiacere?

Molto stupore, perché il dispiacere lo abbiamo già provato. Ora andremo incontro alla fase della creatività. All’inizio ci mancava il mondo di prima, ora invece non è più così, ma non sappiamo cosa vogliamo. Quello di prima non ci piace più, quello di adesso non sappiamo com’è, siamo molto smarriti. Accoglieremo queste grandi novità con smarrimento e con stupore.

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