GIOVANNI SCIFONI
Un porto sicuro
«”Che Dio ci aiuti” fa bene alla gente, trasmette serenità e fa sentire le persone a casa» racconta l’attore romano, new entry nella nuova stagione della serie amatissima dal pubblico, il giovedì in prima serata Rai 1. Leggiamo cosa ha raccontato al RadiocorriereTv
La famiglia di “Che Dio ci aiuti” ha aggiunto un posto alla sua tavola…
Sono molto felice di far parte di questo progetto. Mi piacciono le serie che hanno una precisa identità, e questa ce l’ha. “Che Dio ci aiuti” fa bene alla gente, trasmette serenità e fa sentire le persone a casa. Prima di iniziare le riprese, ho fatto molte interviste per capire quale legame ci fosse tra serie e pubblico. La risposta più ricorrente è stata: “È come entrare in un porto sicuro, un luogo con acque tranquille, lontano dalla tempesta della vita”. Siamo tutti pieni di problemi, ma sapere che, almeno una sera a settimana, possiamo accendere la Tv su Rai 1 e approdare in un rifugio dove, nonostante le difficoltà, alla fine tutto si risolve per il meglio, è un sollievo. La serie è ben scritta, con ottime sceneggiature. E poi si piange tanto, e a me… piangere piace molto!
A proposito di una colonna portante della serie, Francesca Chillemi, com’è andata?
Francesca è una donna dalla personalità forte e decisa. È una presenza stimolante, non ti annoi mai con lei: devi stare sempre sul pezzo. Ci siamo divertiti tantissimo, ci siamo punzecchiati e tra noi è nata una bella amicizia. È un’attrice molto brava, che ha davvero interiorizzato il suo ruolo. Ha trovato una chiave sempre credibile, e questo è fondamentale su un set. Avere una protagonista solida, che sa esattamente cosa fare, rende tutto più semplice e sicuro. Il suo personaggio, Azzurra, è adorabile: è quell’amica che tutti vorrebbero avere, ti conquista subito.
Cosa dire, invece, del suo personaggio?
Lorenzo è un personaggio cupo, segnato, che non si è mai concesso una seconda possibilità. L’incontro con Azzurra sarà per lui uno spartiacque. Lei gli farà capire che le seconde possibilità esistono per tutti: per i criminali, per le famiglie disfunzionali, per i tossicodipendenti di cui ci occupa per lavoro, figurarsi se non esistono per lui. Azzurra lo spingerà a fare un grande cambiamento, costringendolo ad aprire gli occhi e guardarsi intorno con più fiducia. Con la sua vitalità e la sua forza gli ripeterà: “Apri gli occhi! Guarda quanta vita c’è e quante seconde possibilità puoi cogliere. Guarda cosa sei riuscito a fare con questa casa-famiglia”. È uno schiaffo forte, ma necessario.
Lorenzo è uno psichiatra, secondo lei, quanta spiritualità c’è nella psichiatria?
La psichiatria porta in sé un forte elemento spirituale: non potrebbe essere altrimenti. O meglio, una psichiatria priva di spiritualità, a mio avviso, è pericolosissima.