Giovanna Mezzogiorno
Amo il mio lavoro e la mia famiglia
Dopo l’intensa interpretazione nella docufiction “Io ricordo – Piazza Fontana”, Giovanna Mezzogiorno, pluripremiata attrice, l’anno prossimo sarà nelle sale cinematografiche anche con il nuovo film di Cristina Comencini, “Tornare”, coprodotto da Rai Cinema. Al RadiocorriereTv dice ridendo: “A me le cose facili non le fanno fare…”
© Gianmarco Chieregato
È una delle attrici italiane più premiate e più intense. Ha uno sguardo chiaro e profondo, che sa regalare emozione. È Giovanna Mezzogiorno. L’abbiamo vista interpretare con determinazione e partecipazione il ruolo di Francesca Dendena nella docufiction “Io ricordo – Piazza Fontana”, trasmessa su Rai 1 il 12 dicembre scorso, in occasione del cinquantesimo anniversario della strage.
Perché ha accettato di lavorare in questa docufiction?
Perché è molto importante. È un fatto che le persone della mia generazione magari non ricordano e che i giovani conoscono poco. Mi è sembrato doveroso farlo.
Anche lei nel 1969 non era ancora nata. Cosa rappresentava per lei questa strage, che ha dato inizio alla strategia della tensione, prima di interpretare il ruolo di Francesca Dendena?
Ne avevo sentito parlare, certo. Poi, quando vivevo a Milano durante gli anni del liceo, si facevano ancora manifestazioni e cortei per questi fatti e per commemorarli. Quindi sapevo che in Piazza Fontana era esplosa una bomba, ma non conoscevo la gravità, la complessità della vicenda che invece poi, facendo la docufiction, ho scoperto. È una storiaccia veramente terribile che viene chiamata la “madre di tutte le stragi”. Poi ci sono state Brescia, l’Italicus, Bologna… Insomma è partito l’inferno.
Come si è preparata per questo ruolo?
Ho parlato tanto con il regista, Francesco Miccicchè, che è molto preparato, molto abile ad affrontare questi argomenti. Lo sa fare benissimo. Comunque è stato difficile perché, come avete visto, la docufiction è molto verbosa, molto parlata. È un racconto, non un film d’azione. È stata tosta. Sono stati solo tre giorni, ma tre giorni proprio di fuoco.