Giorgio Colangeli

I miei personaggi tra apparenza e verità

Il suo Cosimo Casiraghi è uno dei personaggi più amati della serie “Vite in fuga”, in onda su Rai1. L’attore, che insieme a tanti successi vanta anche una laurea in fisica, al RadiocorriereTv dichiara: «Nella scienza come nella recitazione è sempre una questione di analisi e di metodo». Lunedì 7 dicembre va in onda l’ultima puntata della serie diretta da Luca Ribuoli

Che esperienza è stata “Vite in fuga”?

Molto particolare, anche perché l’argomento era davvero inusuale per una fiction di Rai1, un family contaminato con l’azione, lo spionaggio. Una storia complessa intorno a una famiglia che si trova quasi travolta dal contesto. L’esperienza di lavoro è stata bella, è stato molto interessante anche girare tutti gli esterni in Alto Adige, uno dei punti di forza della serie è proprio il paesaggio estremo.

La serie parla di cambiamenti importanti, cosa significa per lei cambiare?

Una grande opportunità, ed è anche una caratteristica tipica dell’attore, che cambia continuamente e nello stesso tempo ha delle ritualità quasi infantili. Ricordo benissimo il camerino a teatro di certi attori e attrici, già maturi quando ero ancora ragazzo, attrezzati dai sarti della compagnia sempre nello stesso modo. Era come arredare un altare, tutto andava al proprio posto. Tutto aveva una funzionalità, ma questo aiutava anche a dare, nel turbine di cambiamento continuo di piazza, albergo, ristorante, un punto fermo, che costituisse un riferimento, ad esempio con le foto della famiglia. Nel nostro lavoro siamo sempre in bilico tra questi due estremi e cambiamo spesso, anche se per finta. Cambiare significa rischiare, andare avanti e, infine, fare i conti.

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