Gilles Villeneuve, l’Aviatore
In prima visione
A 40 anni dalla sua scomparsa, un documentario ripercorre la storia di uno dei piloti simbolo della Ferrari, ricordato ancora oggi come uno dei più coraggiosi e amati di sempre. Su Rai2 il 10 maggio in prima serata
Maranello, agosto 1977. Venticinque anni con le misure di un fantino, 1.56 di altezza, 50 kg di peso: è il canadese Gilles Villeneuve il nuovo pilota della Ferrari che prende il posto di Niki Lauda. Da campione di motoslitte in Canada alle auto da corsa, Gilles Villeneuve ha portato il suo stile di guida “eccezionale” nel Circus della Formula 1. Scegliendo l’allora sconosciuto Villeneuve, Enzo Ferrari fa una scommessa con se stesso e scopre che il canadese ha le stesse cifre del DNA di Nuvolari, quelle di un uomo senza paura. Sboccia un grande amore. Villeneuve è un diamante grezzo con cui il Drake può dimostrare al mondo di essere ancora un grande scopritore di talenti e costruire quel mito del Cavallino che è stato sempre il suo obiettivo. Filo conduttore del documentario, il rapporto che l’Italia dei motori intrecciò con Villeneuve dalla fine degli anni ’70 fino al 1982, quando, con le sue leggendarie imprese automobilistiche, contribuì ad alimentare la cosiddetta “febbre Villeneuve”, una passione senza pari che coinvolse milioni di italiani. Una carriera unica in un periodo storico della Formula 1, tanto leggendario, quanto doloroso per le tante perdite: Tom Pryce, Ronnie Peterson, Patrick Depailler, Riccardo Paletti. Un carattere indomito, esuberante al volante, nella vita privata Villeneuve è di poche parole e di poche ma solide amicizie, un po’ alieno in un mondo pieno di mondanità e spensieratezza. La sua famiglia sempre accanto a lui, nel motorhome parcheggiato in fondo al paddock. A tracciare il profilo del pilota canadese, colleghi e campioni del calibro di Renè Arnoux, Bruno Giacomelli e Jody Scheckter, ma anche indimenticabili protagonisti della Scuderia Ferrari come l’Ingegnere Mauro Forghieri e firme storiche del giornalismo sportivo italiano come Pino Allievi ed Ezio Zermiani