Gigi D’Alessio
I “no” mi restano dentro
In attesa della terza puntata di “The Voice Senior”, su Rai1 venerdì 11 dicembre, il coach ci racconta: “E’ un programma dove tutto è verità. La mia squadra sarà variegata. Io farei passare tutti, ma è una gara, una sana competizione. Dobbiamo valutare la voce, ma anche la vita e i sogni dei concorrenti”.
Come si fa a scegliere i concorrenti, al buio, solo ascoltando la loro voce?
Ascolti la voce perché è quella che ti arriva per prima, poi ovviamente, mentre la ascolti, ti immagini come potrebbe essere la persona, ma succede anche che ti giri e non è quella che ti aspettavi. A “The Voice Senior” devi valutare innanzitutto la vita, i sogni di persone che magari non sono state fortunate, ma che non sono meno brave di noi. Sono persone che, per mille motivi, non hanno potuto continuare a fare musica. Io mi sento piccolo quando mi giro e mi trovo davanti uno che potrebbe essere mio padre, purtroppo la cosa più brutta è dover scegliere.
Che effetto le ha fatto ritrovare cantanti che conosceva o riconoscere la loro voce?
Ho riconosciuto il nome di una signora napoletana che cantava quando io avevo sedici anni ed è stato un tuffo nel passato. Invece, dalla voce, ho riconosciuto Erminio Sinni e mi sono girato.
La sua squadra sarà variegata o sceglierà un profilo particolare?
Variegata, per avere più opportunità. E’ una sorta di partita a scacchi con gli altri coach. Io porterei tutti e farei passare tutti, ma è una gara e, con lo spirito giusto, è una sana competizione.
Dopo i sessant’anni c’è la libertà di potersi rimettere in gioco e anche quella di cantare più liberamente. Lei come traduce questa grande voglia di sfida dei concorrenti?
Per me l’età è un numero. In modo particolare nella musica, perché si sogna, si vive nel mondo della favole e si perde spesso la cognizione della realtà e, forse, è per questo il più bel mestiere del mondo.