Giancarlo Magalli
Sono sempre parole d’amore
Nel pomeriggio di Rai2 si gioca con l’italiano. Il conduttore di “Una parola di troppo” parla della sua nuova sfida televisiva: «Con i giochi del programma è possibile divertirsi anche da casa». E sul rapporto con la nostra lingua afferma: «È una passione che mi porta lontano, ai tempi del ginnasio. Galeotta fu la lettura de “I Promessi Sposi” da parte del prof di lettere»
Prima di iniziare a giocare dobbiamo conoscere le regole… come funziona “Una parola di troppo”?
È un quiz, un game show, come si chiamano adesso, basato sulla lingua italiana, su parole italiane che bisogna trovare. Ci sono vari giochi, in uno la parola compare un po’ alla volta mentre il montepremi scende, in un altro le parole hanno una determinata lunghezza, in un altro ancora abbiamo la lettera iniziale e bisogna trovare le altre, diciamo che per giocare serve un minimo di conoscenza della lingua.
Lei non ha mai temuto le sfide, come si appresta a vivere questa nuova avventura?
Le sfide sono il sale della vita e del lavoro, ti danno nuove motivazioni. “Una parola di troppo” è un programma del tutto nuovo, in onda in una zona del palinsesto piuttosto rischiosa. Spero possa avere un gradimento, risultare piacevole.
Che rapporto ha con il gioco?
Con le mie mogli, le mie figlie, le mie fidanzate, come con gli amici, non sono mai mancate delle serate passate a giocare a Scarabeo, a Paroliamo, a Trivial. A casa ho un armadio pieno di giochi in scatola, ogni tanto, e non solo a Natale, li tiro fuori e gioco con chi si trova con me.
Se qualcuno non rispetta le regole, nel gioco come nella vita, cosa fa?
La cosa mi fa arrabbiare e viene fuori il vigile urbano che è in me (Giancarlo Magalli è vigile urbano onorario). Certo, puoi commettere un errore, ma di fronte a chi sorpassa volutamente tutta la fila di macchine ferme, per fare il furbo, non riesco a essere molto indulgente.