Fernanda

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La storia di Fernanda Wittgens, prima direttrice della Pinacoteca di Brera e artefice, durante la guerra, del salvataggio di tante opere d’arte e di molti ebrei destinati alla deportazione. Martedì 31 gennaio in prima serata su Rai 1

La storia della primadirettrice della Pinacoteca di Brera e tra le prime donne in Europa a ricoprire un ruolo così prestigioso, non è solo la vicenda di una donna diversa e osteggiata dal clima sociale e politico dell’epoca, ma anche quella di una donna coraggiosa che, per le sue idee e decisioni, divenne, suo malgrado, una eroina.

Durante gli anni della guerra Fernanda Wittgens si è prodigata ininterrottamente per aiutare amici, familiari e persone di origine ebraica a trovare un rifugio oltre confine in modo da sfuggire alle persecuzioni razziali. “Sarebbe troppo bello essere intellettuali in tempi pacifici, e diventare codardi, o anche semplicemente neutri, quando c’è un pericolo” scrive la stessa Fernanda in una lettera alla madre, rivelando la parte più etica e autentica di sé, come i tanti che nell’Italia oppressa da una guerra devastante, non smisero di avvertire il dovere di partecipare alla Storia forzandone il corso che pareva consegnare la civiltà alla barbarie.

Decise, rischiando la sua stessa vita, di salvare “capolavorissimi”, quei dipinti che al di là della esperienza estetica custodivano la forza delle radici culturali di un Paese.

Questo film per la televisione, attraverso la vita esemplare di Fernanda, offre ancora una volta l’occasione di raccontare la Resistenza, il coraggio dell’impegno civile, il difficile cammino dell’affermazione femminile e di come l’arte e la bellezza parlino al cuore delle persone e custodiscano un valore salvifico, in un capitolo della nostra memoria collettiva ancora inedito: «Ed è per questo che oggi, in un’epoca altrettanto buia e drammatica come quella che stiamo vivendo, abbiamo voluto riportare fra noi Fernanda. Perché è proprio del suo esempio che l’umanità ha oggi un estremo bisogno» afferma il regista Maurizio Zaccaro.

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