FEDERICA SCIARELLI

Il pubblico è il nostro più grande alleato

Giunto alla 33esima edizione “Chi l’ha visto?” si conferma ancora una volta colonna portante del palinsesto di Rai3 e uno degli appuntamenti più amati e seguiti del Servizio Pubblico. La popolare conduttrice al RadiocorriereTv: «Coinvolgiamo tutta la famiglia, non è un programma che guardi e finisce là, ma ti rende partecipe»

Quasi il 13 per cento di share contro la finale di Coppa Italia. L’ennesimo mercoledì d’oro per “Chi l’ha visto?”, come ti senti di leggere i risultati di quest’ultima stagione?

È stato un anno molto importante per noi, rimaniamo solidi il mercoledì sera nonostante le fiction, le partite, il commissario Montalbano. La stagione è iniziata benissimo ed è continuata ancora meglio. La vicenda di Denise Pipitone ci ha messo in grande sintonia con il pubblico. La storia della ragazza russa, che in realtà era una storia nella storia, ha fatto sì che scattasse una carezza collettiva nei confronti di Piera Maggio. Non ci capitava da tempo di avere tanti telespettatori pronti a darci suggerimenti, ad aiutarci.

Un pubblico ancora più partecipe…

Noi lo diciamo sempre che “Chi l’ha visto?” lo facciamo con il pubblico. Recentemente abbiamo ospitato l’appello di Cristina, una ragazza cinese che parlava con accento milanese, alla quale era scomparso il padre, fuggito di casa a torso nudo. Un ragazzo di Milano lo ha visto e così lo abbiamo riportato in famiglia. Sono i telespettatori che fanno riportare le persone a casa. Già nel corso della diretta ci capita di trovare tanti scomparsi proprio perché l’ascolto è aumentato.

Le storie che raccontate fotografano la realtà. Come hai visto cambiare la nostra società nel corso degli anni di conduzione?

Il cambiamento più evidente è avvenuto sul fronte dei femminicidi. Quando iniziai con la conduzione non ne avvenivano così tanti, certo, c’erano casi di donne scomparse, che, ovviamente, erano state fatte scomparire. Oggi, nonostante ci sia una certezza della pena, perché mariti, ex mariti, fidanzati, compagni, vengono quasi sempre beccati, sembra che questi uomini non abbiano paura del carcere tanto è più forte la voglia di danneggiare una donna. Penso all’ex marito dell’infermiera calabrese Maria Antonietta Rositani, che diede fuoco alla moglie mentre era agli arresti domiciliari e che ora resterà in carcere per tutta la vita. È più forte l’odio, e questo per me è incomprensibile.

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