Fan di Schiavone, da sempre
VALERIA SOLARINO
Il cinema e la televisione, il teatro e la… filosofia. Il RadiocorriereTv intervista l’attrice che nella serie ispirata ai romanzi di Antonio Manzini veste i panni della giornalista Sandra Buccellato: «Tra lei e Rocco ci sono spesso scontri e riavvicinamenti, sentimentali o lavorativi. Le figure femminili lo mettono sempre di fronte ai suoi aspetti più privati e personali»
Un ritorno atteso dal pubblico, quello di “Rocco Schiavone”, come ritroveremo la sua Sandra?
Il legame professionale e umano di Sandra con Rocco è sempre più forte e collaborativo. Si viene a creare una squadra. Le resistenze che Rocco ha sempre avuto nel confidarle delle cose, anche per il suo carattere, si ammorbidiscono un po’ anche grazie alla fiducia. Si crea un’unione tra i due personaggi.
Che tassello rappresenta il suo personaggio nell’universo femminile di Rocco Schiavone?
Le donne mettono Rocco di fronte a delle verità, a quello che lui ha dentro, a ciò che ha vissuto dal punto di vista personale. Penso al confronto con la moglie, che non c’è più, ma con la quale lui parla. È come se le sue donne lo mettessero un po’ alla prova, per capire dove è arrivato, nel percorso personale e interiore. Anche Sandra lo farà, in modo a volte movimentato. Tra loro ci sono spesso scontri e riavvicinamenti, sentimentali o lavorativi. Le figure femminili lo mettono sempre di fronte ai suoi aspetti più privati e personali.
Rocco Schiavone crea dipendenza, umana e televisiva, qual è la forza del personaggio creato da Antonio Manzini e delle storie raccontate?
C’è una struttura, presente anche nei romanzi, molto forte. C’è il giallo, il caso da risolvere, ma ci sono anche l’umanità e personaggi ben delineati dalla scrittura che hanno una vita sullo schermo, personaggi ai quali lo spettatore si affeziona con facilità. Questo al di là della trama accattivante. Rocco Schiavone è ormai un tutt’uno con Marco Giallini, non riuscirei a pensare Rocco con un’altra faccia. Fondamentali anche la cura della fotografia, della regia, che si percepisce anche mentre giriamo.
Che intesa si è creata tra lei e Marco Giallini?
Una collaborazione molto stimolante. Lui è un attore straordinario che vive le cose profondamente mentre le fa, è anche capace di sorprendere, di improvvisare. Un grandissimo talento.
Come si è trovata tra le montagne di Aosta?
Prima di trasferirmi a Roma vivevo a Torino e conosco bene anche Aosta e dintorni. È davvero bello girare in luoghi così raccolti rispetto alle grandi città, è tutto più facile e accogliente, ci stiamo bene.
La serie “Rocco Schiavone” è innegabilmente un successo, come sceglie i lavori a cui prende parte?
In questo caso io ero già fan della serie, sono subentrata alla terza stagione. Non è stato difficile decidere. Di solito valuto il personaggio, la storia.
Teatro, cinema, Tv, cosa le regalano palchi tanto diversi tra loro?
Sono modi molto diversi di vivere il mestiere dell’attore, ma anche di relazionarsi con il pubblico. In questi giorni sono in scena con uno spettacolo teatrale che viene dal film “Perfetti sconosciuti”, ed è incredibile il rapporto che si instaura ogni sera con gli spettatori, c’è una grandissima partecipazione. Nel cinema incontri le persone in occasione delle presentazioni, con la televisione le incontri per strada. A teatro vivi le emozioni insieme al pubblico.
Tra le sue passioni la filosofia, cosa danno gli studi filosofici alla sua vita?
Quando iniziai a studiare filosofia era una scelta fatta dopo il liceo, oggi lo faccio per passione. È una ricerca personale di qualcosa di coinvolgente, è una cosa a cui tengo, senza scadenze e senza una prospettiva.
Nel suo cassetto dei desideri cosa troviamo?
Troviamo tutto quello che in realtà sto vivendo: il teatro, le serie Tv, il cinema. Mi auguro di poter continuare a fare tutte queste cose, a non dover scegliere tra un mezzo o un altro.